Percorsi musicali nelle strade di Rio de Janeiro
Lidia Pena
Rio de Janeiro - Foto di Fabio Abu-Chacra
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

La musica che viene dalle strade di Rio
“Culla del samba e delle belle canzoni che vivono nell’anima della gente. E’ l’altare dei nostri cuori che cantano allegramente”.Non potevano essere più espliciti questi versi contenuti nell’inno di Rio de Janeiro  Cidade maravilhosa di André Filho. La città respira musica in diversi toni, alcuni brani sono suonati e ammirati in tutto il mondo come Garota de Ipanema di Tom Jobim e Vinicius de Moraes. Secondo l’editore del gruppo Universal, è la seconda canzone più eseguita della storia, dietro solo a Yesterday, dei Beatles. Dalla bossa nova al funk, il suono che esce dai morros e dalla periferia passando per lo chorinhocharme, pagode e naturalmente, per le tradizionali rodas de samba, oltre ai samba-enredo che accompagnano il carnevale, la città intera pulsa musica tutto l’anno e in ogni angolo della città qualcuno canticchia una canzone.

Choro nelle piazze
L’origine di tanti incontri musicali – alcuni realizzati all’aria aperta – è sempre la stessa. Un gruppo di amici comincia a riunirsi e a suonare in una piazza o in un caffè e rapidamente la notizia si diffonde e i locali si riempiono di persone di ogni età, amanti della buona musica. Si ha la sensazione che a Rio tutti nascano già cantando o sambando. E’ stato così, per esempio, con Choro na Feira, oramai da sette anni appuntamento del sabato mattina, nella bucolica rua General Glicério, nel quartiere di Laranjeiras. Verso mezzogiorno, dopo il mercato, ove si possono gustare i buonissimi  pastel e caldo de cana, inizia il movimento dei musicisti e dei loro strumenti. Per avere un’idea della qualità della musica che si suona lì, basti dire che alcuni musicisti sono componenti di importanti gruppi della Música Popular Brasileira, come per esempio il sassofonista Marcelo Bernardes che accompagna niente meno che Chico Buarque de Hollanda. Era nel gruppo iniziale che lanciò la moda dello Choro na Feira, e che si va lentamente rinnovando. Oggi il gruppo Pixin Bodega e i suoi invitati rallegrano i pomeriggi che si estendono in ragione della buona musica tra vicini e amici, che si danno appuntamento. Inoltre, con il passare del tempo, l’evento attrae un numero sempre maggiore di persone, di differenti luoghi e età. Il nome Pixin è una riduzione di Pixinguinha, uno dei più grandi e stimati compositori della MPB, autore di un classico intitolato “Carinhoso”.
La riunione musicale ha migliorato la piazza, che oggi ha una simpatica piccola fiera di artigianato, e la popolare barraca  (chiosco n.d.t.) di Luizinho, esperto in drink speciali, dove si incontra anche la imprescindibile birra gelata e Cd rari, che tanto successo hanno tra i frequentatori delle rodas de choro. Lo choro na feira può essere considerato il precursore di questo tipo di manifestazione culturale nella zona sud della città. Il gruppo famoso ha già lanciato due Cds e suona in altri locali, come Lapa (il quartiere più bohémien della città), in festivals di choro, e si sono presentati anche  negli Stati Uniti. Lì vicino, in Praça São Salvador, un altro chorinho fa parte del miglior itinerario musicale della città. Ha avuto inizio con un gruppo di studenti, per la maggior parte della Escola Portátil de Música (progetto creato da musicisti di choro [i] nel 2000 a partire dalla necessità di andare oltre le conoscenze sul genere) che la domenica ha finito per riunirsi sempre lì.
Arruma o Coreto” è il nome della roda de choro, informale e irresistibile, dove gli studenti esercitano il loro apprendistato, e serve da palco “per chi vuole apparire e suonare”, come suol dire Ana Claudia Caetano, flautista del gruppo e ideatrice di questi incontri realizzati a partire da maggio 2007. La musica è così contagiosa, che alcune volte, le coppie volteggiano sulla piazza in pieno giorno. Anche qui la musica ha richiamato l’artigianato e la barraca di Luizinho. La magia del luogo ha portato la studentessa Sabrina Lobo de Moraes a fare di questo incontro “ uno studio sul caso di apprendistato musicale nella roda de choro”, tesi della monografia presentata nel 2011 nell’Istituto Villa Lobos, Centro de Letras e Artes da Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro.


Roda de samba em homenagem ao compositor Moacyr Luz na Toca do Vinícius.
Foto di Vera Siqueira  

Samba no Boteco
Di fatto, la ricetta della città per far germogliare buona musica merita di essere tema di studio. E’ sufficiente un piccolo bar, una birra gelata, una chitarra, un cavaquinho e un tamburello per formare una roda de samba senza difetto alcuno. Questa è la formula del Bip, uno dei punti carioca più frequentati di musica a  Copacabana. Gente di tutto il mondo va a conoscere il piccolo bar, gestito da Alfredo Jacinto Melo, detto Alfredinho, una dolce e pittoresca figura, conosciuta per le urla con cui riprende le persone che non trovano posto nel bar e restano sul marciapiede, chiedendo loro di stare zitti e non disturbare l’esecuzione. Spesso artisti locali già famosi, come Paulinho da Viola, Aldir Blanc e Geraldo Azevedo appaiono al Bip rallegrando tutti. Esempio di figura illustre, la figlia di Che Guevara, la dottoressa Aleida Guevara, ha frequentato il Bip e ne ha amato l’atmosfera.

A Toca da bossa nova
Ad Ipanema, culla della “moça de corpo dourado” (ragazza dal corpo dorato) che “passava a caminho do mar”(che passava sul lungomare) per il diletto di Tom e Vinícius, c’è anche una piccola libreria – dove si trovano collezioni di libri, cd, Dvd, Lp con la storia della musica brasiliana e artigianato dedicato alla bossa nova- è un altro posto ricco di charme e buona musica. Con il suggestivo nome di “Toca do Vinicius”, nella strada con lo stesso nome del famoso poeta e dove si trova anche il bar in cui i due compositori bevevano quando la “ garota” passò e diventò musica, ci sono spettacoli della vecchia e sempre buona bossa nova una domenica al mese o in speciali ricorrenze. 

Il pubblico sui marciapiedi mentre assiste ad un concerto nella Toca do Vinícius.
Foto di Vera Siqueira
Gli Incontri Musicali sulla Calçada da Fama de Ipanema (gruppi di lastre di cemento con le impronte di mani celebri che vengono raccolte dal 1993, quando il negozio aprì) si tengono sul marciapiede davanti al negozio. Il Professore Carlos Alberto Afonso, proprietario dello spazio e di buone idee, stende un tappeto rosso sulla porta della Toca, i musicisti portano i loro strumenti, anche il pianoforte viene sistemato in mezzo alla strada, e riceve il fior fiore della musica brasiliana. Chico Buarque, Carlos Lyra, Roberto Menescal, Os Cariocas, Quarteto em Cy, Leny Andrade,  João Donato, Wagner Tiso, Paulinho Tapajós, Durval Ferreira, Zé da Velha, Silvério Pontes, Wanda Sá, Altamiro Carrilho sono alcuni degli esponenti della MPB che già hanno preso parte a questa festa per la gioia del pubblico che si raggruppa sui marciapiedi, a volte dall’altro lato della strada, e applaude a lungo i suoi idoli.
Giustissimo omaggio alla bossa nova, che ha João Gilberto come massimo esponente, e fu il rimo che ha presentato al mondo la musica popular brasileira. E il mondo intero l’ha accolta a braccia aperte. Ricordiamo che da tempo la bossa nova è molto amata anche in Giappone. La Toca do Vinicius è anche editrice di libri e ha un piccolo museo sulla bossa nova.

Le origini
L’avanguardista Zona sud, nel frattempo, ci ha messo un poco a entrare nel gioco, intanto all’ombra dei frondosi tamarindi un gruppo chiamato Cacique de Ramos si riunisce da più di cinquanta anni, nel quartiere Ramos, nella zona nord della città, frequentato da professionisti del samba e generando composizioni che fanno parte della più importanti novità sonore di Rio de Janeiro. Non a caso, ogni volta che la cantante Beth Carvalho registra un disco, passa a trovare i Cacique e torna con uno o più bei samba nel suo reportorio. Così ha scoperto alcuni eccellenti compositori ed diventata madrina del samba.La roda de samba pioniera è una conseguenza naturale del “blocco” di carnevale Cacique de Ramos, creato nel 1961, e che è uno dei più importanti della città, diventato anche Patrimônio Cultural do Rio de Janeiro. Nelle rodas, si esibisce anche il pagode, uno stile che ha segnato il samba durante il periodo degli anni ’80. Tra i suoi componenti ci sono i membri del gruppo di samba Fundo de Quintal, che si formò dallo stesso blocco, e Zeca Pagodinho, oltre Almir Guineto, Jorge Aragão, Marquinhos Satã, Arlindo Cruz, Sombrinha, Jovelina Pérola Negra e Luiz Carlos da Vila nomi che rappresentano la massima espressione del mondo del samba. Nella canzone “Doce refúgio”, il nostalgico compositore Luiz Carlos da Vila ha omaggiato Cacique definito  “alta bandeira do samba, onde tudo começou e onde até as tamarineiras são da poesia guardiãs” (alta bandiera del samba, dove tutto cominciò e dove i tamarindi sono guardiani della poesia). Perfetta rappresentazione!

Charme nel viadotto
Anche nella zona nord, più precisamente nel quartiere di Madureira, un altro movimento iniziato nel 1990 si è trasformato nel ballo del momento. È il Baile Charme , che conduce alla parte inferiore del viadotto Negrão de Lima. Qui vengono cariocas di tutta la città per danzare quasi fino all’alba.Qui ancora una volta si registra la vocazione della città per le manifestazioni culturali di strada e di resistenza. I balli con la formula base cominciarono quando un gruppo di amici ottenne l’autorizzazione del viadotto di Madureira, nella Praça das Mães, per realizzare il progetto “Charme na rua” che si sarebbe tenuto tutti i sabato in totale armonia e sicurezza.
Il ballo, comandato dal DJ Corello e i suoi assistenti – ex venditori ambulanti- ebbe come ispirazione la Soul Music degli anni ’70 e la Black Music degli anni ’80, e alla musica seguì l’attenzione per la cultura della periferia, i giovani neri dei sobborghi. Lo charme era dovuto all’eleganza che si richiedeva all’abbigliamento dei frequentatori. Oggi i vestiti sono più informali, con scarpe da ginnastica invece discarpe eleganti, più in stile Hip Hop, che fa parte della cultura negra e si confonde con lo Charme. Corello all’anagrafe Marco Aurélio Ferreira, 57 anni, ha scritto un libro che racconta l’influenza della musica nera nord americana in Brasile e la sua lunga esperienza per il ballo.
La fama del  Baile Charme di Madureira ha raggiunto già tutto il paese e attrae turisti praticamente tutto l’anno. Il quartiere di Madureira, terra del samba e della vita bohémien, dove si trovano le sedi delle tradizionali scuole di samba, Portela e Império Serrano, diventa “charmeiro” e diffusore della cultura nera di Rio de Janeiro.  

Samba dei Lavoratori
Ogni giorno è buono per il samba a Rio de Janeiro. Il lunedì, quando tradizionalmente i musicisti riposano, c’è il samba dei lavoratori, una roda che riunisce i più competenti, sotto la supervisione del cantante e compositore Moacyr Luz. L’incontro avviene nel clube Renascença, nella zona nord,  e la gente esce di corsa dal luogo di lavoro per poter arrivare in tempo e godere l’animazione nel quartiere Vila Isabel, dove abitò Noel Rosa, altro genio della MPB. Il Renascença Clube fu fondato, nel 1951, da un gruppo di neri della middle class, che desideravano diffondere la peculiarità della cultura afro.
 
L’eterno carnevale
Parlare dei suoni di Rio senza citare il carnevale sarebbe un grave peccato. Ma la più grande festa brasiliana è già una veterana vedette deificata dal mondo intero. La storia del buon samba si confonde con il carnevale che ha nella sua biografia sambas- enredo indimenticabili, immortalati nelle sfilate delle grandi scuole di samba come Mangueira, Império Serrano, Salgueiro, Portelae sempre ricoradti dalle nuove generazioni. La novità e nella moltiplicazione dei blocos de rua, ognuno con il suo samba, per tutta la città, concentrando migliaia di persone a ogni sfilata e dando un enorme mal di testa al comune per l’amministrazione del caos che si crea. Durante lo scorso carnevale, vari blocos non si sono potuti esibire. Ma l’acqua che scorre in questo Rio è contaminata dalla musica e dall’allegria e ogni anno sorgono nuovi blocos enuovi samba cantati da una moltitudine di festanti.
 
Il potente Funk
Il funk carioca, di stile intenso e polemico, ha la sua migliore traduzione nel testo che dice: “é som de preto, de favelado, mas quando toca ninguém fica parado”. (é suono di nero, di favelado, ma quando si sente, nessuno rimane fermo). E nessuno resta effettivamente indifferente (a favore o contro) al ritmo dei raps che scesero dai morros e arrivarono con grande forza sulle strade a partire del 1995. Il rap che fino ad allora era trasmesso da piccole radio, finirono per essere trasmessi sui canali AM. La Rádio Imprensa ebbe un ruolo importante in questo processo, nell’aprire spazio per i programmi di artisti divulgatori del funk- la musica che, sia con poetica che con crudezza -  parlava delle ferite della gente delle comunità povere. Ma un’altra corrente del funk chiamata il proibidão si guadagnò spazio tra la gente più povera, come musica di protesta rafforzata nel periodo di maggiore violenza che la città viveva, a causa del potere dei trafficanti di droga e della inefficacia dei governi. Con temi invariabilmente legati al traffico di droga, i testi esaltavano i gruppi criminali locali e a volte provocavano gruppi rivali, poichè nel mondo del crimine ci sono molte fazioni. Questi brani molto forti erano cantati nei balli delle comunità e trasmessi in alcune piccole radio locali. Dopo seguirono i testi erotici, nella maggior parte delle volte molto volgari, che ebbero il momento migliore ad inizio degli anni 2000. E’ stato così che i balli funk, che si tenevano sempre all’alba del sabato e della domenica, ad altissimo volume, finirono per infastidire, a ragione, gli abitanti vicini al quartiere. La pressione fu così tanta che finirono per essere proibiti. Oggi, con la pacificazione dei morros, la situazione è stata regolamentata e i balli si tengono in orari prestabiliti, senza esecuzione di brani scadenti e a decibel accettabili.  Per la sua origine e storia travagliata, il funk è ancora oggetto di resistenze e pregiudizi. Riceve le critiche di alcuni intellettuali e parte della popolazione. Ma il ritmo è legato alla storia della cidade maravilhosa in modo insindacabile e definitivo, come evidenzia, per esempio, lo studio pionieristico del sociologo Hermano Vianna, “O Mundo Funk Carioca” (1988). Inoltre, ha avuto  il riconoscimento della Assembleia Legislativa di Rio de Janeiro che, nel settembre del 2009, ha approvato un progetto definendo il funk come “movimento culturale e musicale di carattere popolare”.

Tempi nuovi
E’ importante registrare anche un’altra tendenza della città, dal momento che gran parte dei morros che la circondano sono pacifici e vivono un processo di trasformazione sognato da molto tempo da tutti i carioca. Adesso, le feste vengono realizzate sulle spianate di queste colline e riescono a riunire gli abitanti della parte alta e della parte della città in totale sintonia.
E' il caso della festa detta Pôr do Santa, del quartiere Santa Maria, a Botafogo, nella zona sud, che riempie la Laje do Michael Jackson, tutti i primi sabato del mese. L’amato astro pop quando arrivò in Brasile, nel 1996, vi registrò un video clip regalando un momento indimenticabile agli abitanti della zona. Da qui il nome in suo omaggio ad uno spazio da cui si può godere di una bellissima vista, e d’estate si può assistere ad uno stupendo tramonto.
In questo luogo che attrae turisti da tutto il mondo, i suoni si mescolano tra un buon samba, pagode, charme e funk. Questa mescolanza di suoni è esattamente il volto di Rio de Janeiro così come descritto nell’ultima strofa del suo inno: Cidade maravilhosa, cheia de encantos mil, cidade maravilhosa, coração do meu Brasil! (Città meravigliosa, ricca di mille incanti, città meravigliosa, cuore del mio Brasile).


1. Lo Choro, popolarmente chiamato chorinho, è un genere di musica popolare e strumentale brasiliana, che si caratterizza per il virtuosismo degli strumentisti, così come per la capacità di improvvisazione dei musicisti. Alcuni degli chorões più conosciuti sono Chiquinha Gonzaga, Ernesto Nazareth e Pixinguinha.

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Lidia Pena. Giornalista, carioca, ha lavorato nei giornali Correio da Manhã, Última Hora e Tribuna da Imprensa; Rio Gráfica e Editora e Revista Senhor. Come ufficio stampa ha lavorato per diverse campagne politiche del Partido dos Trabalhadores (PT). E' stata ufficio stampa di quattro mandati del consigliere e poi deputato Chico Alencar. Ha coperto la presidenza dell'istituto de Arquitetos do Brasil - IAB/RJ e quella del Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social - BNDES. Autrice del testo su Cirio de Nazaré (la maggiore festa religiosa brasiliana realizzata annualmente a Belém do Parà) nella Enciclopédia da Brasilidade", organizzata dal professore e economista Carlos Lessa, allora presidente del Banco. E' stata responsabile di Comunicazione dalla Real Grandeza - Fundação de Previdência e Assistência Social de Furnas Centrais Elétricas e Eletronuclear. Attualmente lavora come redattrice free-lance 

Traduzione dal portoghese di Ornella Gaudio

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Caminhos musicais nas ruas do Rio de Janeiro
por
Lidia Pena


O Choro na Feira da rua General Glicério, em Laranjeiras.Foto di Vera Siqueira


“Berço do samba e das lindas canções que vivem na alma da gente. És o altar dos nossos corações que cantam alegremente”. Não podiam ser mais explícitos esses versos que estão no hino da cidade do Rio de Janeiro - “Cidade Maravilhosa”, de André Filho. A cidade respira música em diversos tons, algumas tocadas e bastante admiradas em todo o mundo como “Garota de Ipanema”, de Tom Jobim e Vinícius de Morais. Segundo a editora do grupo Universal, é a segunda canção mais executada da história, atrás somente de “Yesterday”, dos Beatles. Da bossa nova ao funk, o som que sai dos morros e da periferia, passando pelo chorinho, charme, pagode e, naturalmente, pelas tradicionais rodas de samba, além dos sambas-enredo que embalam o carnaval, a cidade pulsa música em seus quatro cantos o ano todo e a cada esquina alguém assobia uma canção.

Choro nas praças
A origem de tantos redutos musicais - alguns realizados ao ar livre - é sempre a mesma. Um grupo de amigos começa a se reunir e a tocar numa praça ou num botequim e rapidamente a notícia se espalha e os locais ficam cheios de pessoas de todas as idades, amantes da boa música. A sensação que se tem é de que no Rio todo mundo já nasce cantando ou sambando.  Foi assim, por exemplo, com o Choro na Feira que há sete anos acontece nas manhãs de sábado, na bucólica rua General Glicério, no bairro de Laranjeiras. Por volta do meio dia, depois da feira, onde se pode curtir um pastel e um caldo de cana bem gostosos, começa a movimentação de músicos e seus instrumentos.
Para se ter ideia da qualidade do som que acontece ali, alguns músicos são integrantes das bandas de grandes artistas da Música Popular Brasileira, como por exemplo o saxofonista Marcelo Bernardes que acompanha ninguém menos do que Chico Buarque de Hollanda. Ele estava no grupo inicial que lançou a moda do Choro na Feira e que, aos poucos, vai se renovando. Hoje o grupo Pixin Bodega e seus convidados alegram as tardes que se estendem em razão da boa música entre vizinhos e amigos, que têm no local um encontro marcado. Aliás, com o passar do tempo, o evento atrai um número cada vez maior de pessoas, de diferentes lugares e idades.  O nome Pixin é uma redução de Pixinguinha, um dos maiores e mais reverenciados compositores da MPB, autor de um clássico chamado “Carinhoso”.


A famosa barraca do Luizinho presente em todas as rodas de choro e samba nas ruas da cidade.
Foto di Vera Siqueira

A reunião musical incrementou a praça, que hoje tem uma simpática feirinha de artesanato, e a concorrida barraca do Luizinho, um expert em  drinks especiais, onde também se encontra a imprescindível cerveja gelada  e CDs raros - sucesso entre os frequentadores das rodas de choro.  O  Choro na feira pode ser considerado o precursor desse tipo de manifestação cultural na Zona Sul da cidade. O grupo famoso já lançou dois CDs e toca em outros lugares, como a Lapa (o bairro mais boêmio da cidade), em festivais de choro, e até nos Estados Unidos já se apresentou.
Perto dali, na Praça São Salvador, outro “chorinho” também faz parte do melhor roteiro de música da cidade.  Teve início com um grupo de alunos, em sua maioria da Escola Portátil de Música - (projeto criado por músicos de choro* em 2000 a partir da necessidade de passar adiante seus conhecimentos sobre o gênero) - que passou a se reunir lá sempre aos domingos.  
 
“Arruma o Coreto” é o nome da roda de choro, informal e irresistível, onde os alunos exercitam seu aprendizado, e serve de palco  “ para quem mais quiser aparecer e tocar”, como costuma dizer Ana Claudia Caetano, flautista do grupo e idealizadora desses encontros realizados desde maio de 2007. A música é tão contagiante que, algumas vezes, casais rodopiam na praça em plena luz do dia. Aí também a música chamou o artesanato e a barraca do Luizinho. A magia do lugar levou a estudante Sabrina Lobo de Moraes a fazer desse encontro “um estudo de caso do aprendizado musical na roda de choro”, tese da monografia por ela apresentada em 2011 no Instituto Villa Lobos, Centro de Letras e Artes da Universidade Federal do Estado do Rio de Janeiro.
 
Samba no Boteco
 
De fato, a receita da cidade para fazer brotar a boa música merece ser tema de estudo. Basta um botequim apertado, uma cerveja gelada, um violão, um cavaquinho e um pandeiro e está formada uma roda de samba para ninguém botar defeito. Esta é a fórmula do Bip bip, um dos mais badalados points cariocas de música em Copacabana. Gente do mundo todo vem conhecer o pequeno bar, administrado pelo Alfredo Jacinto Melo, o Alfredinho, uma doce e folclórica figura, conhecida pelos gritos que dá para o pessoal que não cabe no bar, e fica na calçada, calar a boca e não atrapalhar a música. Volta e meia artistas locais consagrados, como Paulinho da Viola, Aldir Blanc e Geraldo Azevedo aparecem no Bip para alegria geral.  Exemplo de figura ilustre, a filha de Che Guevara, a médica Aleida Guevara, esteve lá e adorou o clima.
 

A toca da bossa nova

Em Ipanema, berço da “moça de corpo dourado” que “passava a caminho do mar” para deleite de Tom e Vinícius, uma também pequena livraria - onde se encontram coleções de livros, CDs, DVDs, LPs com a história da música brasileira e artesanato dedicados à bossa nova - é outro ponto charmoso de boa música. Com o sugestivo nome de “Toca do Vinícius”, na rua de mesmo nome do famoso poeta e onde também está o bar em que os dois compositores bebiam quando a “garota” passou e virou música, rolam shows da velha e sempre boa bossa nova um domingo por mês ou em datas especiais.

Os Encontros Musicais na Calçada da Fama de Ipanema,(conjunto de placas de cimento   com registros de mãos célebres que vêm sendo gravadas desde 1993 quando a loja abriu) acontecem na calçada em frente à loja. O professor Carlos Alberto Afonso, dono do pedaço e de boas ideias, estende tapete vermelho na porta da Toca, os músicos levam seus instrumentos, até piano é colocado ali em plena rua, e recebe a fina flor da música brasileira. Chico Buarque, Carlos Lyra, Roberto Menescal, Os Cariocas, Quarteto em Cy, Leny Andrade, João Donato, Wagner Tiso, Paulinho Tapajós, Durval Ferreira, Zé da Velha, Silvério Pontes, Wanda Sá, Altamiro Carrilho são alguns dos expoentes da MPB que já participaram dessa festa para delírio do público que se aglomera nas calçadas, às vezes até do outro lado da rua, e aplaude demoradamente seus ídolos.
Justíssima reverência à bossa nova, que tem João Gilberto como papa, e foi a batida que apresentou ao mundo a música popular brasileira. E o mundo todo a recebeu de braços abertos, há tempos a bossa nova é cultuada no Japão. A Toca do Vinícius também é editora de livros e tem um mini-museu referente ao assunto.
*O Choro, popularmente chamado de chorinho, é um gênero de música popular e instrumental brasileira, que se caracteriza pelo virtuosismo dos instrumentistas, bem como pela capacidade de improvisação dos executantes. Alguns dos chorões mais conhecidos são Chiquinha Gonzaga, Ernesto Nazareth e Pixinguinha.
 
A origem
A vanguardista Zona Sul, no entanto, demorou um pouco a entrar na brincadeira, pois à sombra de frondosas tamarineiras um grupo intitulado Cacique de Ramos se reúne há mais de 50 anos, no bairro de Ramos, na Zona Norte da cidade, freqüentado por craques do samba e gerando composições que fazem parte da melhor safra sonora do Rio de Janeiro. Não à toa, toda vez que a cantora Beth Carvalho vai gravar um disco, passa na quadra do Cacique e volta com um ou mais belos sambas no repertório. Assim ela revelou alguns excelentes compositores e passou a ser chamada madrinha do samba.
A roda de samba pioneira é uma conseqüência natural do bloco de carnaval Cacique de Ramos, criado em 1961, e que é um dos mais importantes da cidade, tombado inclusive como Patrimônio Cultural do Rio de Janeiro. Nessas rodas também se apresentam os pagodes, um estilo que marcou o samba ao longo dos anos 1980. Entre seus componentes estão os membros do grupo de samba Fundo de Quintal, que se originou do próprio bloco, e Zeca Pagodinho, além de Almir Guineto, Jorge Aragão, Marquinhos Satã, Arlindo Cruz, Sombrinha, Jovelina Pérola Negra e Luiz Carlos da Vila, nomes de máxima expressão no fantástico mundo do samba. Na bela música “Doce refúgio”, o saudoso compositor Luiz Carlos da Vila homenageou o Cacique, definido como “alta bandeira do samba, onde tudo começou e onde até as tamarineiras são da poesia guardiãs”. Perfeita apresentação!

Charme no viaduto
Ainda na Zona Norte, mais precisamente em Madureira, outro movimento iniciado nos anos 1990 se transformou na coqueluche do momento. É o Baile Charme, que leva para a parte inferior do Viaduto Negrão de Lima, cariocas de toda a cidade para dançar até quase o sol raiar. Aqui mais uma vez se registra a vocação da cidade para as manifestações culturais de rua e de resistência. Os bailes começaram na fórmula-padrão, quando um grupo de amigos conseguiu autorização do Viaduto de Madureira, na Praça das Mães, para realizar o projeto "Charme na Rua", que viria acontecer todos os sábados em total harmonia e segurança.
O baile, comandado pelo DJ Corello e seus auxiliares - ex-camelôs - teve por inspiração a Soul Music dos anos 1970 e a Black Music dos anos 1980, e por trás da música chama a atenção para a cultura da periferia, do jovem negro do subúrbio. O charme ficou por conta da elegância que era exigida antigamente às vestimentas dos freqüentadores. Nos dias de hoje as roupas são mais descontraídas, com os tênis em lugar dos sapatos sociais, mais ao estilo Hip Hop, que também faz parte da cultura negra e se confunde com o Charme. Corello, batizado Marco Aurélio Ferreira, 57 anos, conclui um livro que fala da influência da música negra norte-americana no Brasil e conta sua longa vivência nos bailes.
A fama do Baile Charme em Madureira já correu o país todo e atrai turistas praticamente o ano inteiro. O bairro de Madureira, terra do samba e da boêmia, onde se encontram as sedes das tradicionais escolas de samba, Portela e Império Serrano, também se fez “charmeiro”, difusor da cultura negra do Rio de Janeiro.

Samba do trabalhador
Todo dia é dia de samba no Rio de Janeiro. Por isso, na segunda-feira, quando tradicionalmente os músicos descansam, tem o samba do trabalhador, uma roda que reúne bambas, sob a supervisão do compositor e cantor Moacyr Luz. O encontro se dá no clube Renascença, na Zona Norte, e faz muita gente sair correndo do trabalho para ainda chegar a tempo de curtir a animação no bairro de Vila Isabel, onde viveu Noel Rosa, outro gênio da MPB. O Renascença Clube foi fundado, em 1951, por um grupo de negros da classe média, que desejava propagar a diversidade  da cultura afro.

O eterno carnaval
Falar dos sons do Rio sem citar o carnaval seria um grave pecado. Mas a maior festa brasileira já é uma veterana vedete endeusada pelo mundo inteiro. A história dos bons sambas se confunde com o carnaval que tem na sua biografia sambas-enredo inesquecíveis, imortalizados nos desfiles das  grandes escolas como Mangueira, Império Serrano, Salgueiro, Portela entre outras, sempre lembrados pelas novas gerações.
A novidade está na multiplicação dos blocos de rua, cada um com seu samba, por toda a cidade, concentrando milhares de pessoas a cada desfile e dando uma enorme dor de cabeça à Prefeitura na administração do “caos” que se instalou. No carnaval deste ano, vários blocos não puderam sair. Mas a água que corre neste Rio é contaminada por música e alegria e a cada ano surgem novos blocos e novos sambas cantados por multidões de foliões.

O poderoso Funk
O funk carioca, de estilo intenso e polêmico, tem a sua melhor tradução na letra que assim diz: “é som de preto, de favelado, mas quando toca ninguém fica parado”.  E ninguém fica mesmo indiferente (a favor ou contra) ao batidão dos raps que desceram o morro e chegaram com grande força ao asfalto a partir de 1995. Os raps, que até então eram executados apenas em rádios inexpressivas, passaram a ser tocados em algumas emissoras AM. A Rádio Imprensa teve papel importante nesse processo, ao abrir espaço para os programas dos artistas divulgadores do funk – a música que, fosse com poesia ou crueza, falava das mazelas do povo das comunidades carentes.
Mas, como música essencialmente de protesto fortalecida no período de maior violência que a cidade vivia, por conta do poder do tráfico de drogas e da ineficácia dos governos, outra corrente do funk ganhou espaço junto às populações carentes: o "proibidão". Com temas invariavelmente vinculados ao tráfico, as letras exaltavam os grupos criminosos locais e às vezes provocavam grupos rivais (havia muitas facções no mundo do crime). Essas músicas pesadas eram cantadas apenas nos bailes realizados dentro das comunidades ou em algumas rádios comunitárias.
Depois vieram as letras eróticas, na maior parte das vezes bastante vulgares, com seu principal momento ao longo dos anos 2000. Foi aí que os bailes-funk, que sempre aconteciam nas madrugadas de sábado e domingo, num som altíssimo, passaram a incomodar, com razão, os moradores do asfalto próximos às comunidades. A pressão foi tanta que os bailes chegaram a ser proibidos. Hoje, em tempos de pacificação nos morros, a situação foi regulada e os bailes acontecem dentro de horários estabelecidos, sem a execução das músicas de baixo nível e em decibeis aceitáveis.
Por sua origem e conturbada trajetória, o funk ainda é alvo de resistência e preconceito e merece críticas de alguns intelectuais e parte da população. Mas o ritmo está ligado à história da cidade maravilhosa de forma inquestionável e definitiva como atestam, por exemplo, o estudo pioneiro do antropólogo Hermano Vianna, "O Mundo Funk Carioca" (1988) e o reconhecimento da Assembleia Legislativa do Rio de Janeiro, que em setembro de 2009 aprovou projeto definindo o funk como movimento cultural e musical de caráter popular.
 
Novos tempos
Importante registrar mais uma tendência da cidade no momento em que grande parte dos morros que a cercam está pacificada e vivendo um processo de transformação há muito sonhado por todos os cariocas. Agora, festas são promovidas nas lajes de alguns desses morros reunindo moradores da parte de cima e de baixo da cidade em total sintonia.
Como a festa chamada Pôr do Santa, na comunidade Santa Marta, em Botafogo, na Zona Sul, que lota a Laje do Michael Jackson, todo primeiro sábado do mês. O querido astro pop quando esteve no Brasil, em 1996, gravou um clipe na laje proporcionando um momento inesquecível aos moradores do local, daí o nome em sua homenagem num espaço em que se tem um belíssimo visual, onde no verão se pode assistir, de quebra, a um deslumbrante pôr do sol.
Nesse embalo que também atrai turistas de todo o mundo, os sons se misturam entre   samba, pagode, charme e funk. Essa mistura é precisamente a cara do Rio como se descreve na abertura do seu hino: “Cidade maravilhosa, cheia de encantos mil, cidade maravilhosa, coração do meu Brasil!”
 

Lidia Pena. Jornalista, carioca, trabalhou nos jornais Correio da Manhã, Última Hora e Tribuna da Imprensa; Rio Gráfica e Editora e Revista Senhor. Como assessora de imprensa, atuou em diversas campanhas políticas do Partido dos Trabalhadores (PT). Foi assessora de imprensa de quatro mandatos do vereador/deputado Chico Alencar. Assessorou a presidência do Instituto de Arquitetos do Brasil - IAB/RJ e a do Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social - BNDES. Autora do texto sobre o Círio de Nazaré (a maior festa religiosa do Brasil realizada anualmente em Belém do Pará) na “Enciclopédia da Brasilidade”, organizada pelo professor e economista Carlos Lessa, então presidente do Banco. Foi gerente de Comunicação da Real Grandeza - Fundação de Previdência e Assistência Social de Furnas Centrais Elétricas e Eletronuclear. Participou, em 2011, da equipe que elaborou o texto do livro sobre os 40 anos da Petros - Fundação Petrobras de Seguridade Social. Atualmente trabalha como redatora freelancer.