IL COMPOSITORE BAIANO GERONIMO E "JUBIABÁ", ETERNO SUCCESSO ISPIRATO ALL'OPERA OMONIMA DI JORGE AMADO
Antonella Rita Roscilli
Il compositore, musicista e cantante brasiliano Geronimo

“Jubiabá. E' ele o estivador / seu swing è no suor / ...na bonca do mangue è Rei / despediu-se um grande amor / uma bala cega sem destino / foi no peito do trabalhador / ese era o sonho do menino /Balduino sempre vencedor". Sono  versi di una composizione musicale, divenuta da anni un grande successo in Brasile. Si tratta di “Jubiabá”, uno degli eterni successi di Geronimo, musicista, compositore e cantante brasiliano, di Salvador de Bahia, simbolo della resistenza culturale baiana e grande divulgatore della storia degli afro-discendenti brasiliani.

E’ stata da lui creata nel 1986 ispirandosi al famoso libro di Jorge Amado “Jubiabá".
Lui stesso ci ha raccontato la storia: “Questa musica è emblema di ogni nero che comincia a politicizzarsi e a comprendere la società dominante….L’avevo composta per il film omonimo di Nelson Pereira dos Santos, ma poi non fu più utilizzata perchè Gilberto Gil preparò  l’intera colonna sonora di quel film. Eppure il destino cospirò a mio favore perchè Jubiabá è diventato un grande successo popolare. L’ho composta nel Pelourinho, all’alba, proprio davanti alla Fondazione Casa di Jorge Amado”. 

Lì vicino, nella ladeira do Carmo, nella sua associazione “Casa de Geronimo” in una parete, mi aveva colpito anni fa un testo scritto nel 1990 da Jorge Amado e indirizzato proprio all’artista: “Il socio perfetto di Geronimo è lo stesso Geronimo, completo e unico nella creazione con cui ci esalta e ci commuove...”. E Geronimo esalta e commuove veramente. La grande Escadaria do Passo, nel centro storico di Salvador, lega la chiesa do Santissimo Sacramento da Rua do Passo (sec. XVIII) alla salita del Carmo e venne costruita nel secolo XIX. Lo scrittore baiano Dias Gomes vi ambientò l’opera O pagador de promessas dalla quale fu tratto il film di Anselmo Duarte che nel 1962 vinse la Palma d’Oro a Cannes.

Da circa dieci anni, ogni martedì sera, puntualmente alle ore 19.00, questo luogo diventa protagonista dello spettacolo di tre ore di Geronimo: uno show musicale gratuito (e senza alcun appoggio ufficiale o patrocinio) ai piedi della scala sempre gremitissima di gente. Gente che ama la buona musica, turisti e gente semplice che forse non potrebbe permettersi di andare ad assistere ad uno spettacolo nel costoso Teatro Castro Alves, si accalca per ascoltare un repertorio che è simbolo di resistenza culturale, un repertorio che parla di spiritualità, di natura, di storie e cultura del popolo afrodiscendente. Molti gli ospiti illustri. Geronimo è amatissimo dalla gente. Il suo progetto culturale si compone di messaggi socio-politici, oltre che artistici. Infatti facendo il suo spettacolo ai piedi di una scala, nel Pelourinho valorizza un luogo abbandonato da anni.

Quella magica scala e la Chiesa del Santissimo Sacramento (chiusa da anni e ormai in grave decadenza) non hanno mai fatto parte, purtroppo, finora, di un progetto di recupero da parte del Comune di Salvador e se oggi la scala appare ripulita, si deve esclusivamente alla buona volontà dell’artista e degli amici. Inoltre l’artista, con i suoi show dimostra che la musica e l’arte sono un diritto di tutte le classi sociali e per questo i suoi spettacoli sono gratuiti.

Nato nell’isola di Bom Jesus dos Passos, Geronimo decise di intraprendere la carriera da solista alla fine degli anni ’70 dopo un periodo in Europa al seguito dell’estinto “Balé Brasileiro da Bahia”. Grande conoscitore della storia baiana contemporanea, è autore di successi come Menino do Pelô, Agradecer (scritta in collaborazione con Ildasio Tavares) e tanti altri interpretati da artisti come Maria Bethania, Elba Ramalho, Carlinhos Brown, Daniela Mercury, Jorge Aragão ecc. Ha all’attivo quattro dischi in vinile e otto CD, uno fatto con una casa discografica e sette indipendenti. E’ precursore della musica afro-baiana uno dei migliori compositori baiani della generazione della “Axé-music”.

Le sue opere È d’Oxum (scritta con Vevé Calazans) e Eu sou negão sono oggi considerati classici della musica brasiliana. Con la canzone Eu sou negão  inneggiò all’auto-affermazione, a prescindere dal proprio colore o credo e stimolò l’autostima della popolazione afro-discendente. A partire da lì la musica baiana sarebbe nata con forza, forma e genere. Ma lui non si è mai piegato alle logiche del mercato, ha sempre resistito con la sua musica alle mode del momento. Il suo pezzo È d’Oxum  rimane  l’inno affettivo di Salvador ed è stato benedetto da Dorival Caimmy che lo scelse come colonna sonora della miniserie Tenda dos Milagres (basata sull’opera di Jorge Amado). Per Geronimo, come per Dorival Caymmi, come per Jorge Amado, fonte di ispirazione è la natura, il mare. Geronimo nel 2005 lanciò il pezzo È do mar a bordo della sua barca ancorata nella “Companhia de Navegação baiana” davanti all’oceano. Quell’oceano che a Salvador sembra parlare con potente voce e ricorre in molte composizioni con sacralità.

“Il mare tocca qualsiasi cuore, il mare è il cammino per raggiungere l’altro lato del mare”, mi aveva detto una volta Geronimo esprimendo con la luce degli occhi il suo grande amore per il mare. Da quel mare giunsero secoli fa dall’Africa navi cariche di esseri umani che, ridotti in schiavitù dai portoghesi, popolarono e costruirono molte parti del Brasile. Come scrisse Jorge Amado: «Il Brasile è la somma meravigliosa di ogni possibile contraddizione e in ogni uomo veramente brasiliano scorre un sangue ricco di fermenti europei, africani, indios, meticci…”.

Ed è proprio questo che canta Geronimo, grande ammiratore di Jorge Amado: “Diventammo amici quando gli chiesi di ascoltare un album che stavo per lanciare per la Emi dal titolo Dançarino e da quel giorno nacque una grande amicizia. Divenni il buon alunno di uno dei maestri più notevoli che abbia mai conosciuto. Per me Jorge Amado rappresenta l’eternità di Bahia. I suoi personaggi muoiono e nascono ogni giorno nella nostra amata terra dal dolce sapore. Jorge Amado è il simbolo dell’amore, del buono, del buono e dolce più dolce e del peperoncino più forte che esista. Così sento di voler tradurre Jorge Amado!”
Antonella Rita Roscilli, brasilianista e giornalista. Si dedica alla divulgazione di cultura e attualità del Brasile e Paesi dell’Africa lusofona. Laureata in Lingua e Lett. Brasiliana presso “La Sapienza”, Università di Roma, è Mestre em Cultura e Sociedade (Facom-Ufba). Biografa della memorialista Zélia Gattai Amado, ha pubblicato le opere Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras, 2006), Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” (ed. Edufba/Fapesb, 2011). Ha curato la post-fazione dell’edizione italiana di Un cappello di viaggio (ed. Sperling &Kupfer) di Zélia Gattai. Collaboratrice della "Fundação Casa de Jorge Amado" di Salvador (Bahia). Membro corrispondente dell'Academia de Letras da Bahia (ALB) e dell’IGHB (Instituto Geográfico e Histórico da Bahia).