"BONGA KWENDA, UM COMBATENTE ANGOLANO DA LIBERDADE AFRICANA". UN LIBRO DI FILOMENO LOPES
Antonella Rita Roscilli
“Bonga Kwenda. Um combatente angolano da liberdade africana” di Filomeno Lopes, è un'opera in lingua portoghese, pubblicata dalla casa editrice L’Harmattan Italia – L’Harmattan (Paris), 2013, coll. Centro de Estudos Populorum Progressio (CEPP – Luanda). Si presenta come una ricca analisi sul musicista angolano Bonga Kwenda e sul significato della sua musica, come strumento e messaggio di pace, diritti e risveglio sociale. 

Venne lanciato il 10 maggio 2013 nella sala Marconi della Radio Vaticana a Roma.  Alla conferenza di presentazione parteciparono lo stesso Bonga Kwenda, e intervennero p.e. Federico Lombardi, p.e Carlos Azevedo Moreira, p.e Janvier Yameogo, il deputato Jean Léonard Touadi, i giornalisti Marco Boccitto e Maria de Lourdes, Severino Elias Ngoenha, Domingos das Neves, Patrícia Godinho Gomes ecc.

                                                                           

Lo scrittore Filomeno Lopes sostiene che “l’educazione per la costruzione di un mondo all’insegna della pace, riconciliazione storica, verità, giustizia, sicurezza e solidarietà deve costituire il problema prioritario di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, ma soprattutto di tutti coloro che si interessano alle idee che gli esseri umani elaborano in diversi angoli del pianeta Terra, come risposta alla sfida del trionfo della vita sulla morte”. E’ quanto fa da quaranta anni Bonga Kwenda  utilizzando l’arte nobile del fare musica.

José Adelino Barceló de Carvalho (in arte Bonga) nacque nel 1942 a Kipiri, nella provincia del Bengo, a nord di Luanda, in Angola, da madre zairese e padre angolano. Venne profondamente influenzato dalla musica e in particolare dai ritmi “rebita” che suo padre suona alla fisarmonica. L’11 settembre 1975 nacque la Repubblica d’Angola e Antonio Agostinho Neto fu eletto primo Presidente, portando avanti il mandato nell’amato Paese fino al 1979, anno della sua morte.

L’Angola era rimasta sotto il giogo del Portogallo per ben cinque secoli e la cultura angolana, la lingua, la musica tradizionale erano fortemente perseguitate, discriminate e censurate. Bonga Kwenda è proprio il risultato di una generazione agguerrita che si oppose alla dittatura e difese strenuamente le proprie radici rispettando la musica tradizionale di Angola come fattore di identità e dignità.

Tra il 1966 e il 1972 si dedicò brillantemente all’atletica e al calcio ottennendo splendidi riconoscimenti. Negli anni della guerra di liberazione angolana collaborò con i rivoluzionari trasmettendo clandestinamente messaggi ai combattenti che operavano in Europa. Il regime fascista di Salvazar lo costrinse ben presto all’esilio e durante la diaspora, Bonga riuscì a fare musica e a lanciare i suoi messaggi.

La sua opposIzione al regime coloniale, infatti, divenne chiara quando dall’atletica decise di passare alla musica. A Rotterdam registrò il suo primo disco “Angola 72” e adottò il nome africano di Bonga che significa “colui che vede, colui che sta davanti e in continuo movimento”. Il disco venne messo subito al bando dalle autorità, ma nonostante questo, in Angola riscosse un successo clamoroso e si affermò come un classico afro-pop degli anni ’70.

Descriveva le dure condizioni di vita sotto il regime portoghese e inneggiava all’dentità e all’indipendenza angolana. Da allora Bonga ha pubblicato più di 30 album e ha battuto record di vendite, cantando in portoghese e lingue tradizionali di Angola. I suoi temi sono una mistura di suoni folk portoghesi, semba, kizombo e elementi latini. Bonga Kwenda è il maggiore rappresentante del Semba, un ritmo tradizionale angolano corrispondente al samba brasiliano e di esso precursore. Ha ricevuto numerosi premi e omaggi per la sua opera. Si è esibito molte volte in Brasile dove alcune sue canzoni sono state interpretate da Martinho da Vila, Alcione, Carlinhos Brown, Marisa Monte e Elsa Soares. Ha tenuto concerti di beneficienza per Amnesty International, Fao, Onu, Unicef.

Parlando della sua infanzia, in più occasioni, Bonga ha affermato: “ Non ero un bambino che insultava i più vecchi. L’educazione in casa, a scuola, in strada, tra i vicini mi ha insegnato a essere angolano. Essere angolano non significa solo mangiare piatti tipici, vestirsi con una tunica africana. E’ soprattutto parlare la lingua Kimbundo, conoscere i proverbi e determinati riti di grande potenzialità filosofica. Bevvi a queste fonti e per questo sono diventato un artista”. La vita nel musseque fece sedimentare l’identità di questo straordinario e coraggioso artista del quale potremo sapere ancora di più grazie al libro “Bonga Kwenda. Um combatente angolano da liberdade africana”.
 
                                                                     
                                                                   Filomeno Lopes

Ricordiamo che Filomeno Lopes è originario della Guinea Bissau. E’ giornalista presso la Radio Vaticana, professore di Antropologia culturale, sociale e filosofica al Centro Unitario Missionario di Verona (CEI: Italia) e professore di Filosofia, comunicazione e Rinascimento Africano. Tra le sue pubblicazioni: “Terzomondialità, Riflessioni sulla comunicazione interperiferica”, Ed. L'Harmattan-Italia, Torino 1997; “Filosofia intorno al fuoco, Il pensiero africano contemporaneo tra memoria e futuro”, Ed. EMI, Bologna 2001; “Filosofia senza feticci, Risposte interdisciplinari al dramma umano del sec. XXI”, Ed. Associate, Roma 2004.

Da molti anni si dedica alle tematiche della filosofia africana ed alle questioni di geopolitica dello sviluppo dei cosiddetti Paesi della periferia del mondo. Alla fine del 2001 è stato a colloquio con Nelson Mandela e Desmond Tutu per studiare con loro lo sviluppo di iniziative musicali e di comunicazione destinate alla promozione del dialogo nell'Africa Sud - Sahariana.

La presentazione del libro è organizzata dal CRA2000 (Centro di Riflessione Africa 2000) – Radio Vaticana, in collaborazione con il Gruppo degli ex allievi dei PALOP (Países Africanos de Língua Oficial Portuguesa) in Italia, Associazione Caboverdemania, Centro di Studi Populorum Progressio (Luanda, Angola), Associazione Zoe Onlus, Associazione Culturale Bumbulum, Editrice L’Harmattan Italia.
 
 
 
 
Antonella Rita Roscilli, brasilianista, ricercatrice, scrittrice e traduttrice. Si dedica alla divulgazione di cultura e attualità del Brasile e Paesi dell’Africa lusofona. Laureata in Lingua e Letteratura Brasiliana presso “La Sapienza”, Università di Roma, è Mestre em Cultura e Sociedade presso la Ufba. Biografa della memorialista Zélia Gattai Amado, ha pubblicato le opere Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras, 2006), Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” (ed. Edufba/Fapesb, 2011). Ha curato in Italia la post-fazione dell’edizione di Un cappello di viaggio (ed. Sperling &Kupfer) di Zélia Gattai. Corrispondente per l'Italia della "Fundação Casa de Jorge Amado" di Salvador (Bahia). Membro corrispondente dell'ALB (Academia de Letras da Bahia) e Socia correspondente dell’IGHB (Instituto Geográfico e Histórico da Bahia).