Jorge Amado e il suo Elogio alla Vita
Cyro de Mattos
Foto di A.R.R.
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

Dalla saga dell'avidità e del sangue, dal corso della violenza nelle terre primitive, con le loro leghe fertili che invitavano come un Eldorado, sarebbe nata una letteratura originale, che per molti aspetti occupa un posto di rilievo nella narrativa brasiliana. Jorge Amado occupa il posto indiscusso di colui che, come romanziere di denuncia sociale, ha innescato un'importante corrente tematica nella narrativa regionalista in Brasile. È lo scrittore impegnato a ricreare la realtà oggettiva, che fa prevalere il documento sul sottinteso, il linguaggio colloquiale nel testo, senza porsi problemi nell’ascolto dell’eroe problematico nel tema locale, nella sua tensione critica davanti al mondo.
 
Diversamente da Adonias Filho, inventore di forme, con i suoi romanzi tragici ambientati nello spazio dell'infanzia nella regione del cacao di Bahia, per l’autore di Terras do Sem Fim la cosa più importante è l'essenza stessa della narrazione da cui scaturiscono la storia e l'emozione, interagendo nell'altro come complice del mondo.

La narrazione lineare segue i momenti di inizio, metà e fine per presentare il modo e il tempo sequenziale degli eventi presi dalla realtà oggettiva. La cadenza drammatica della vita si dipana in questi tre momenti, configurando, come nella narrativa tradizionale, la struttura romanzesca di ciò che l'autore intende rappresentare.
 
Romanziere della memoria, fecondo creatore di personaggi, slancio impressionante nella narrazione sciolta, si presenta nella scrittura che lo coglie come uno scrittore che partecipa e giudica il mondo. Dona la sua testimonianza su ciò che visse e sentì.  Espone scene e situazioni all'interno della tipica geografia umana. Con richiami drammatici e lirici, le sue storie si svolgono nella regione baiana del cacao e di Salvador.
 
La galleria dei personaggi femminili del romanzo brasiliano è occupata in primo luogo dall'enigmatica Capitu di Machado de Assis, dalla carioca di periferia e sofferente Leniza Máier di Marques Rebelo, dall'ambigua e rustica Diadorim di Guimarães Rosa, dall'umile contadina Biela di Autran Dourado e l'instancabile guerriera Maria Moura di Rachel de Queiroz. Con il profumo dei chiodi di garofano e il colore della cannella, Gabriela di Jorge Amado, si unisce a tutte loro, vestita della sua grazia fatta bellezza, intrecciata con fiori raccolti nei prati della vita ingenua e semplice. Nella galleria dei grandi personaggi del nostro romanzo, Jorge Amado è il creatore di personaggi che hanno carne e sangue, riso e tristezza, sogni e desideri che vivono come fossero persone: Tieta do Agreste, Dona Flor, Pedro Bala, Pedro Archanjo, Mundinho Falcão, Ramiro Bastos, Vasco Moscoso de Aragão e Quincas Berro d'Água.
 
Nei libri di narrativa di questo scrittore di dizione popolare è facile notare che il narratore con un linguaggio seducente dà voce agli umiliati e agli offesi, al popolo del Candomblé, alla gente del molo, alle prostitute, ai cantanti di serenate, ai pescatori, agli operai, ai poeti popolari, ai bambini. È chiaro che per lui il contenuto, spesso intrecciato con umorismo nella trama, è più importante delle parole con cui viene ricreata la vita.
Vicino ai narratori nordamericani impegnati nella realtà sociale del XX secolo, ai romanzieri russi di ispirazione proletaria, ai poeti popolari, questo romanziere presenta il suo messaggio di libertà e speranza attraverso una scrittura irriverente, a volte affascinante, a volte sensuale, mescolata alle sue ondate di indignazione.
 
Chi lo ha conosciuto sa che lui aveva l'amicizia come una cosa innata. Era chiaro che esisteva ancora l’uomo semplice come l’artista, anche se era comune incontrare nella vita l’artista vanitoso quanto l’uomo. L'impegno che ha sempre avuto con la letteratura fu quello della verità, onestà, promozione del riconoscimento del valore nell’altro e la difesa della libertà di espressione. Jorge Amado è riconosciuto giustamente come un romanziere legittimo, un poeta dalla prosa incantevole.
 
E’ detentore delle pagine più belle della nostra letteratura. Riprendo questo brano dal libro O Gato Malhado e a Andorinha Sinhá (1976), con sapore e conoscenza che derivano da un creatore che sa rappresentare l'amore come il sentimento più forte e la libertà come il più potente.
 
Il mondo sarà buono
Da vivere
Il giorno in cui vedremo
Un gatto maltese che si sposa
Con una rondine allegra
I due usciranno volando
Lo sposo e la sua sposa
Don Gato e Donna Rondinella.
 
Quale scrittore non vorrebbe firmare un gioiello come questo, a simboleggiare l'amore che la vita dovrebbe avere senza pregiudizi e dominazioni? Un gioiello semplice ma pieno di vera lucentezza. L'amore come corazza sostenibile nella leggerezza dell'essere, dotato di eguale razione e di acqua limpida per tutti.
 
Jorge Amado nacque il 10 agosto 1912, nella fattoria Auricídia, a Ferradas, un villaggio del comune di Itabuna, che appare in “Terras de Sem Fim” come uno dei domini del colonnello Horácio. Morì il 6 agosto 2001 a Salvador.
 
Bibliografia
AMADO, Jorge. O gato malhado e andorinha Sinhá. Editora Record, Rio, 1976.

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Cyro de Mattos Scrittore brasiliano, originario di Itabuna (stato di Bahia),  è autore di 66 libri, di generi diversi. E’ stato tradotto e pubblicato in Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Italia, Danimarca, Russia, Stati Uniti e Cuba (libro in stampa). Molti i premi rilevanti che ha ricevuto. Ha vinto il prestigioso Premio Internazionale di Letteratura Casa das Américas 2023. In Brasile è Membro dell'Academia de Letras da Bahia. Inoltre, occupa il seggio n. 5 presso l'Academia de Letras de Itabuna, il cui patrono è Jorge Amado.

Traduzione dal portoghese di A.R.R.

© SARAPEGBE.                                                          
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione 
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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Jorge Amado e seu Elogio da Vida
por
Cyro de Mattos

 
                                                           
                                                                          Foto di A.R.R.

Da saga de cobiça e sangue, do curso da violência na terra primitiva, com suas léguas férteis que acenavam como um eldorado, nasceria uma literatura original, que por vários aspectos tem lugar destacado na novelística brasileira. Cabe a Jorge Amado o lugar indisputável de quem como romancista de denúncia social deflagrou importante corrente temática na ficção regionalista do Brasil. É o escritor compromissado em recriar a realidade objetiva, que faz prevalecer o documental sobre o subjacente, a linguagem coloquial no texto sem maior preocupação em auscultar o herói problemático na temática local, em sua tensão crítica diante do mundo.
 
Diferente de Adonias Filho, um inventor de formas, com seus romances trágicos que se desenvolvem no espaço da infância da região cacaueira baiana, percebe-se no autor de Terras do Sem Fim que o mais importante no fundo de tudo e sempre é a essência mesma da narração, a história e a emoção que dela decorrem, interagindo no outro feito cúmplice do mundo.  A narrativa linear obedece aos momentos do princípio, meio e fim para apresentar o modo e o tempo sequenciado dos acontecimentos destacados da realidade objetiva. A cadência dramática da vida escorre-se nesses três momentos, configurando como na novelística tradicional a estrutura romanesca do que o autor pretende representar.
 
Romancista da memória, fecundo criador de personagens, ímpeto impressionante na narrativa desenvolta, apresenta-se na escritura que prende como um escritor que participa e julga o mundo. Dá seu testemunho sobre o que viveu e sentiu. Expõe cenas e situações dentro de geografia humana típica. Com apelos dramáticos e líricos, suas histórias acontecem na região cacaueira baiana e Salvador.
 
 A galeria de personagens femininas do romance brasileiro é ocupada com relevo pela enigmática Capitu, de Machado de Assis, a suburbana carioca e sofrida Leniza Maier, de Marques Rebelo, a de feição ambígua e rústica Diadorim, de Guimarães Rosa, a humilde roceira Biela, de Autran Dourado, e a guerreira incansável Maria Moura, de Rachel de Queiroz.  Com cheiro de cravo e cor de canela, Gabriela, de Jorge Amado, vem se juntar a todas elas, vestida com sua graça feita beleza, tecida de flor colhida nos prados da vida ingênua e simples. Na galeria dos grandes personagens do nosso romance, não se pode deixar de considerar que Jorge Amado é o criador de personagens que têm carne e sangue, riso e tristeza, sonho e desejo, vivendo como gente: Tieta do Agreste, Dona Flor, Pedro Bala, Pedro Archanjo, Mundinho Falcão, Ramiro Bastos, Vasco Moscoso de Aragão e Quincas Berro d’Água.
 
Nos livros de ficção desse escritor de dicção popular percebe-se sem dificuldade   que o narrador de linguagem sedutora dá voz aos humilhados e ofendidos, ao povo do candomblé, gente do cais, prostitutas, seresteiros, pescadores, operários, poetas populares, meninos de rua. Fica nítido que para ele é mais importante o conteúdo, muitas vezes interligado com humor no enredo, do que a palavra com a qual a vida é recriada.

Íntimo dos ficcionistas norte-americanos comprometidos com a realidade social do século vinte, dos romancistas russos de inspiração proletária, poetas populares, assim é este romancista com sua mensagem de liberdade e esperança na escrita irreverente, ora fascinante, ora sensual, mesclada com suas ondas de indignação.
 
Aqueles que o conheceram sabem que ele tinha a amizade como uma coisa nata. Dava-se conta por isso que existia ainda o homem simples como o artista, embora fosse comum encontrar na vida   o artista vaidoso como o homem.  O compromisso que sempre teve com as letras foi o da verdade, honestidade, promoção do reconhecimento do valor no outro e a defesa da liberdade de expressão. Jorge Amado é reconhecido por justiça como um legítimo romancista, um poeta da prosa que encanta.
 
Detentor das mais belas páginas de nossas letras. De O Gato Malhado e a Andorinha Sinhá (1976), retiro essa passagem, com sabor e saber que resultam de um criador que sabe simbolizar o amor como o sentimento mais forte e a liberdade o mais poderoso.

O mundo só vai prestar
Para nele se viver
No dia em que a gente ver
Um gato maltês casar
Com uma alegre andorinha
Saindo os dois a voar
O noivo e sua noivinha
Dom Gato e Dona Andorinha.

 
Qual o escritor que não gostaria de assinar uma joia como essa, simbolizando o amor que a vida deve ter sem preconceitos e dominações? Uma joia singela com brilho de verdade.  O amor como armadura sustentável na leveza do ser, dotado de ração igual e água clara para todos.
 
Nasceu Jorge Amado em 10 de agosto de 1912, na fazenda Auricídia, em Ferradas, um povoado do jovem município de Itabuna, que aparece em Terras de Sem Fim como um dos domínios do coronel Horácio. Faleceu aos 6 de agosto de 2001, em Salvador.
 
Referência
AMADO, Jorge. O gato Malhado e a andorinha Sinhá. Editora Record, Rio, 1976.
 


© SARAPEGBE.                                                          
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione 
Cyro de Mattos. Escritor brasileiro, nasceu em Itabuna, no estado da Bahia. E' autor de 66 livros, de diversos gêneros. Editado e publicado em Portugal, França, Alemanha, Espanha, Itália, Dinamarca, Rússia, Estados Unidos e Cuba (livro no prelo). Muitos prêmios relevantes. Conquistou o Prêmio Internacional de Literatura Casa das Américas 2023. Membro da Academia de Letras da Bahia. Ocupa a cadeira 5 da Academia de Letras de Itabuna cujo patrono é Jorge Amado.