Tragedie del mare e emigranti italiani: per non dimenticare quando a fuggire eravamo noi
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

"[...] Esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle e rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere. [...]"
                                                                     Papa Francesco. Angelus. P.zza San Pietro, 5 marzo 2023



Davanti alla tragedia delle persone migranti annegate nel mare di Steccato di Cutro, vicino Crotone, e alla grande solidarietà mostrata, con il cuore e con le mani, dal popolo calabrese, popolo accogliente e generoso, occorre riflettere. L’accoglienza è importante perchè siamo tutti fratelli e sorelle. Ricordiamo che nessuno lascia la propria terra, affrontando l’ignoto e condizioni indicibili, se non per serie necessità. Come ha detto qualcuno “Quando la terra non ci vuole più, il mare diventa l’unica speranza di vita”.

La storia degli esseri umani è fatta di migrazioni, da sempre e per tanti motivi, ma sono i poveri, e non i ricchi, a viaggiare in condizioni indegne. E' importante non perdere, ma conservare e alimentare il nostro senso di Umanità, il valore della Pietas, della Com-passione, della Solidarietà e Accoglienza. Come ha detto Papa Francesco: “Occorre costruire ponti e non muri”. Perciò percorriamo le strade del dialogo e della fratellanza. In quanto esseri umani, in quanto fratelli e sorelle, abbiamo vicende in comune, che sono quelle della Storia dell’Umanità. Non possiamo, quindi, dimenticare che anche noi siamo stati molto poveri e migranti, non si può dimenticare la nostra storia di italiani esuli, migranti italiani che hanno costituito il più grande esodo della storia moderna. Questa storia va insegnata nelle scuole.

Solo tra il 1876 e il 1920, povertà e rabbia spinsero circa 9 milioni di italiani ad attraversare l’oceano. Emigravano e affrontavano l’incognita di un viaggio lungo e straziante per cercare migliori condizioni di vita. Li muoveva solo la Speranza di arrivare vivi in una terra lontana. Si dirigevano principalmente verso Stati Uniti, Argentina e Brasile. Per molti contadini e artigiani, l’emigrazione era l’ultima possibilità per sconfiggere la fame e non morire di stenti. Gli emigranti italiani affrontavano incredibili difficoltà e sacrifici per imbarcarsi e raggiungere la “terra promessa”.

Dietro all’emigrazione vi erano, spesso, gli interessi degli armatori e delle compagnie italiane di navigazione responsabili delle tante morti che accadevano durante la traversata. Quasi sempre, dopo essere stati persuasi da agenti e subagenti dell’immigrazione, partivano. Gli emigranti italiani viaggiavano su navi sovraffollate, autorizzate a trasportare un numero di persone tre volte inferiore di quello che trasportava. Molte volte si trattava di vere e proprie carrette del mare o navi per il trasporto di carbone. A volte le condizioni organizzative e igieniche erano terribili.

Seppur tra mille difficoltà, venivano accolti e integrati. Nel 1895, su 660mila abitanti di Buenos Aires, 225mila erano italiani. In provincia di Cordoba nel 1869 c’erano 4.600 italiani. Nel 1914 divennero 240mila. Fra il 1880 e il 1915 approdarono negli Stati Uniti 4 milioni di italiani. Fra il 1880 e il 1924, in Brasile entrarono più di 3,6 milioni di immigranti, di cui il 38% erano italiani. Ma molti di loro ebbero problemi o non arrivarono mai, molti morirono durante le traversate. Qui li omaggiamo. Di seguito vogliamo ricordar alcune delle tragedie in mare ove morirono tanti emigranti italiani.
                                                                     
Nel 1880 affondò la nave italiana Ortigia, quando ormai era vicina alle coste dell’Argentina e vi furono 149 vittime;

Nel 1884 la nave italiana Brazzo che aveva imbarcato 1333 poveri emigranti italiani. Ciò, durante la traversata nell’oceano, fu causa dello scoppio del colera che provocò 20 morti. Per questo motivo, la nave fu respinta a colpi di cannonate dal Brasile, prima di essere accolta nel porto di Montevideo in Uruguay.

Nel 1888 affonda la nave Sud America, della compagnia genovese “La Veloce”, nei pressi delle Canarie. 90 i morti tra gli emigranti, quasi tutti liguri.

Nel 1888 sulla nave italiana Carlo Raggio durante la lunga traversata con 1851 emigranti a bordo, 18 persone muoiono di fame.

Nel 1891 il bastimento inglese Utopia con a bordo 813 emigranti, quasi tutti italiani, parte da Trieste, fa tappa a Napoli dove imbarca altri italiani che devono espatriare. Con il mare in burrasca e ridotta visibilità, davanti al porto di Gibilterra, sbaglia manovra e va a impattare con la poppa sul rostro della corazzata britannica Anson. In pochi minuti Utopia cola a picco portando con sé 576 persone, quasi tutti italiani provenienti da Campania, Abruzzo e Calabria.

Nel 1894 sulla nave Carlo Raggio muoiono per asfissia 27 emigranti e si ammalano più di 300.

Nel 1894 sull’Andrea Doria su 1317 emigranti, 159 muoiono a bordo per malattie varie.

Nel 1898 affonda il piroscafo francese La Bourgogne. Vi sono 546 vittime, molte delle quali di origine italiana;

Nel 1906, nelle acque spagnole di fronte a Cartagena, naufraga la nave italiana Sirio, partita da Genova, diretta a Gibilterra, da dove deve intraprendere il viaggio nell’Oceano Atlantico per il Brasile. Sconosciuto il numero delle vittime, stimato tra le 293 e le 500 persone.

Nel 1927 nel suo ultimo viaggio in rotta per l‘Argentina affonda il piroscafo Principessa Mafalda, in quello che doveva essere il suo ultimo viaggio prima dello smantellamento. Al largo delle coste brasiliane annegano 314 emigranti italiani (secondo le fonti italiane), partiti prevalentemente da Liguria, Piemonte e Veneto. Ben altri numeri sono forniti da Brasile e Argentina, che parlano di 647 morti, molti dei quali divorati dagli squali che infestavano quelle acque. Un gran numero di naufraghi vengono salvati dalle scialuppe di salvataggio della stessa nave e dai soccorsi effettuati da varie navi, che accorrono in aiuto dopo il primo S.O.S. lanciato dalla Mafalda.



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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Tragédias do mar e emigrantes italianos: para não esquecer quando éramos nós que fugimos
Por
Antonella Ria Roscilli


"[...] Manifesto o meu pesar pela tragédia que ocorreu nas águas de Cutro, perto de Crotone. Rezo pelas muitas vítimas do naufrágio, pelos seus familiares e por quantos sobreviveram. Expresso o meu apreço e gratidão à população e às instituições locais pela solidariedade e acolhimento a estes nossos irmãos e irmãs, e renovo a todos o meu apelo a fim de que não se repitam semelhantes tragédias. Que os traficantes de seres humanos sejam detidos, que não continuem a dispor da vida de tantos inocentes! Que as viagens da esperança nunca mais se transformem em viagens da morte! Que as águas límpidas do Mar Mediterrâneo não sejam mais ensanguentadas por incidentes tão dramáticos! Que o Senhor nos dê a força de compreender e de chorar. [...]"
                  Papa Francisco - ANGELUS. Praça São Pedro. Domingo, 5 de março de 2023
              
 

                                                             
Sobre a tragédia das pessoas migrantes afogadas no mar italiano de Steccato di Cutro, perto de Crotone (Calábria), e diante da grande solidariedade demonstrada, com o coração e com as mãos, pelo povo da Calábria, um povo acolhedor e generoso, precisamos refletir. O acolhimento é importante porque somos todos irmãos e irmãs. Lembramos que ninguém sai de sua terra, enfrentando condições desconhecidas e indescritíveis, a não ser por grave necessidade. Pois, como alguém disse "Quando a terra não nos quer mais, o mar se torna a única esperança de vida".

Todos os povos são migrantes, há sempre, e por muitas razões. E são sempre os pobres, e não os ricos, que viajam em condições indecentes. Importante è lembrar que neste planeta somos todos irmãos e irmãs no mesmo barco da Vida que pode envolver fortes necessidades. E' importante preservar e aumentar nosso sentido de Humanismo, o valor da Pietas, da Com-paixão, da Solidariedade. Conforme o Papa Francisco: “Precisamos construir pontes e não muros”. Percorramos, portanto, os caminhos do diálogo, da fraternidade, do acolhimento. Como seres humanos, como irmãos e irmãs, pois temos acontecimentos em comum, que são os da História da humanidade.

Não podemos, esquecer, portanto, que também muitos italianos foram pobres e migrantes. Não podemos esquecer a história dos exilados italianos, dos emigrantes italianos que formaram o maior êxodo da história moderna. Essa história deveria ser mais ensinada nas escolas, na própria Itália. Lembramos, por exemplo, que somente entre 1876 e 1920, a pobreza e a raiva levaram cerca de 9 milhões de italianos a cruzar o oceano.

Emigraram e enfrentaram o incógnito de uma longa e terrível travessia, em busca de melhores condições de vida. Apenas a esperança de chegarem vivos a uma terra distante os movia. Seguiam principalmente para os Estados Unidos, Argentina e Brasil. Para muitos camponeses e artesãos, a emigração foi a última oportunidade para vencer a fome, para não morrer de fome. Os emigrantes italianos enfrentavam incríveis dificuldades e sacrifícios para embarcar e chegar à “terra prometida”. Por detrás da emigração estiveram, muitas vezes, os interesses dos armadores e das companhias de navegação italianas, responsáveis ​​por muitas das mortes ocorridas durante a travessia.

Quase sempre, depois de persuadidos pelos agentes e subagentes da imigração, esses emigrantes decidiam e saíam para sempre. Os emigrantes italianos viajavam quase sempre em navios superlotados, licenciados para transportar três vezes menos pessoas do que eles transportavam. Muitas vezes se tratava de verdadeiros navios em ruínas, ou navios para o transporte de carvão. As condições de organização e higiênicas eram terríveis. Apesar disso, ainda que em meio a mil dificuldades ou racismo, os emigrantes afonal foram acolhidos e integrados nos paises que os receberam.

Em 1895, dos 660 mil habitantes de Buenos Aires, 225 mil eram italianos. Na província de Córdoba, em 1869, havia 4.600 italianos. Em 1914 passaram a 240 mil. Entre 1880 e 1915, 4 milhões de italianos desembarcaram nos Estados Unidos. Entre 1880 e 1924, mais de 3,6 milhões de imigrantes entraram no Brasil, dos quais 38% eram italianos.

Mas muitos deles tiveram problemas durante as viagens, ou não conseguiram chegar pois muitos morreram durante a travessia. Portanto, a seguir, queremos homenagear os que não conseguiram chegar e relembreremos algumas das tragédias no mar, onde morreram muitos emigrantes italianos.
                                                                   
Em 1880 o navio italiano Ortigia afundou, quando já estava perto da costa da Argentina e houve 149 vítimas entre os imigrantes italianos;

Em 1884 o navio italiano Brazzo embarca 1333 emigrantes italianos pobres, muito mais do que pode. Isso, durante a travessia oceânica, è causa de um grave surto de cólera que causa 20 mortes. Por esse motivo, o navio é rejeitado por tiros de canhão do Brasil, antes de ser recepcionado no porto de Montevidéu, no Uruguai.

Em 1888, o navio Sud America, pertencente à empresa genovesa "La Veloce", afunda perto das Ilhas Canárias: 90 mortos entre os emigrantes, quase todos da Ligúria.

Em 1888 no navio italiano Carlo Raggio durante a longa travessia com 1851 emigrantes italianos a bordo, 18 pessoas morrem de fome.

Em 1891 o navio inglês Utopia com 813 emigrantes a bordo, quase todos italianos, sai de Trieste, faz escala em Nápoles onde embarca outros italianos que têm de abandonar o país. Com o mar agitado e visibilidade reduzida, em frente ao porto de Gibraltar, o navio faz uma manobra errada e sua popa colide com o aríete do encouraçado britânico Anson. Em poucos minutos o Utopia afunda, levando consigo 576 pessoas, quase todas italianas da Campânia, Abruzzo e Calábria.

Em 1894, no navio Carlo Raggio, 27 emigrantes morrem asfixiados e mais de 300 adoeceram.

Em 1894, no Andrea Doria, de 1.317 emigrantes, 159 morrem a bordo de várias doenças.

Em 1898, o navio francês La Bourgogne afunda. São 546 vítimas, muitas delas de origem italiana;

Em 1906, nas águas espanholas em frente a Cartagena, naufraga o navio italiano Sirio, que parte de Gênova, com destino a Gibraltar, de onde deve embarcar na travessia do oceano Atlântico até o Brasil. O número de vítimas é desconhecido, estimado entre 293 e 500 pessoas.

Em 1927, em sua última viagem a caminho da Argentina, afunda o vapor Principessa Mafalda, naquela que seria sua última viagem antes de ser desativado. Na costa do Brasil, 314 emigrantes italianos se afogam (segundo fontes italianas), principalmente da Ligúria, Piemonte e Veneto. Números muito maiores são fornecidos por Brasil e Argentina, que falam de 647 mortes, muitos dos quais comidas por tubarões que infestam aquelas águas. Um grande número de náufragos é salvo pelos botes salva-vidas do próprio navio e pelos resgates realizados por diversas embarcações, que correm para socorrer após o primeiro S.O.S. lançado pela Mafalda.


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Traduzione in portoghese di A.R.R.