Il Brasile al centro del programma del festival De Natura Sonorum a Roma
Fabio Commini
Giovanni Guaccero, Bruno Marcozzi, Tatiana Valle, Marco Ruviaro, Barbara Piperno - Roma, Teatro Anfitrione (Foto: Fabio Commini)
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

Dal 25 al 30 ottobre 2022 si è svolta a Roma la quarta edizione del Festival De Natura Sonorum, organizzato dal Teatroinscatola (diretto da Lorenzo Ciccarelli), promosso dal Comune di Roma, e in questa edizione quasi interamente dedicato al Brasile. Come scrive nel programma di sala, il direttore artistico Giovanni Guaccero «il tema di questo festival è l’incontro tra culture, l’incontro tra popoli che si formano o vengono in contatto a seguito di migrazioni, l’incontro tra intellettuali e la cultura popolare che dà alla luce manifestazioni ibride, l’incontro tra America Latina e Europa, con un occhio particolare al Brasile, paese che ha fondato la sua identità sull’idea di meticciato». I nove eventi (più due seminari) si sono svolti in diversi luoghi della città: il Teatro Anfitrione per i quattro concerti, l’Ambasciata del Brasile, le librerie Spazio Sette e La Stanza della Musica, il Palazzo delle Esposizioni e la Scuola Popolare di Musica di Testaccio per le presentazioni e i seminari.
 
Il Festival è stato per la città un evento di grande rilevanza circa le relazioni culturali tra Brasile e Italia. Le storiche relazioni e l’affinità tra i due Paesi non hanno bisogno di commenti, mentre è da rilevare la crescita in tutti i campi dello scambio culturale, segnatamente artistico e musicale, nel panorama contemporaneo, arricchito da un significativo intento pedagogico e solidale, indirizzato a sviluppare un approccio ancor più consapevole con il ricco e diversificato universo – sembra opportuno ricordarlo – del maggior paese afroamericano.  
 
Tutto è cominciato il 25 alle 18.00 presso l’Auditorium Glauber Rocha dell’Instituto Guimarães Rosa dell’Ambasciata del Brasile, con la presentazione del volume di Raffaele Bella “Choro. Le radici della musica del Brasile” (Robin Editore), con la partecipazione dell’autore, del compositore Giovanni Guaccero, del chitarrista e presidente della “Casa dello Choro – Italia” Gaetano Meola e di Iuri Bittar, di cui diremo più avanti. Il testo rappresenta il primo volume divulgativo pubblicato in Italia sullo choro, uscito nell’ottobre del 2020, ma in questa occasione presentato per la prima volta in via ufficiale. Partendo dalla definizione di quelli che l’autore definisce “suoni planetari brasiliani” (assimilati in Italia anche in forma inconsapevole a partire dagli anni ’50 grazie alla televisione e al cinema), si è arrivati a tracciare un percorso storico di questo genere, colonna portante della cultura musicale brasiliana. L’evento ha rappresentato un emozionante riconoscimento al lavoro d’équipe del libro (che si avvale della prefazione di Henrique Lima Santos Neto e della postfazione di Giovanni Guaccero) in un auditorium affollato da un pubblico partecipe, che ha innescato un vivace dibattito.
                                                     
                               Giovanni Guaccero, Raffaele Bella, Gaetano Meola, Iuri Bittar - Roma, Instituto Guimarães Rosa
                                                                (Foto: Fabio Commini)


Il giorno 26 si sono svolti due eventi. La mattina presso la libreria La Stanza della Musica è stato presentato il CD “Alma brasileira” (Biscoito Fino edizioni, 2022) del chitarrista brasiliano Iuri Bittar, docente della Casa do Choro di Rio de Janeiro, disco dedicato a reinterpretazioni chitarristiche di autori-pianisti quali Ernesto Nazareth e Radamés Gnattali, fondamentali per la storia dello choro brasiliano. Sono intervenuti, oltre a Bittar, la pianista Miriam Baumann-Di Pasquale, il chitarrista Massimo Aureli e Gaetano Meola. Nel pomeriggio, presso la libreria del Palazzo delle Esposizioni, si è tenuto un omaggio all'architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi (1914-1992) nel cui ambito sono stati presentati i volumi “Lina Bo Bardi e l’eterogenesi della forma” di Anna Riciputo (Libria editore), e “Lina Bo Bardi. Un’architettura tra Italia e Brasile” a cura di Alessandra Criconia (Franco Angeli editore). Oltre alle autrici, sono intervenuti l'architetto, docente di Storia dell'Architettura prof. Carlo Severati e la scrittrice e brasilianista Antonella Rita Roscilli, che ha illustrato alcuni aspetti storico-politici dell’emigrazione italiana nel sud del Brasile dagli anni '30 in poi, e i rapporti di Lina Bo Bardi con le avanguardie artistiche e culturali dello stato di Bahia.
                                                           
                           Antonella Rita Roscilli, Carlo Severati, Alessandra Criconia, Anna Riciputo - Roma, Palazzo delle Esposizioni
                                                                      (Foto: Fabio Commini)


La giornata del 27 è iniziata con il primo seminario, Il linguaggio dello choro (a cura di Iuri Bittar), tenutosi presso l’Instituto Guimarães Rosa dell’Ambasciata del Brasile, in collaborazione con La Casa dello Choro - Italia, durante il quale con numerosi studenti e appassionati si è voluto approfondire il linguaggio di questo genere, struttura portante della musica strumentale del Brasile, da alcuni anni proiettato a livello globale anche in Europa, Stati uniti e Giappone. E così si è arrivati alla sera del 27 con il primo concerto in cartellone al Teatro Anfitrione: “Hermanos” del trio della cantante Barbara Casini, accompagnata da Seby Burgio al pianoforte e Javier Girotto al sax. Il progetto, di altissima qualità, vuole essere un omaggio alla canzone latinoamericana, come nell’omonimo CD pubblicato nel 2022 dalla Encore Music. Il Brasile è presente nel repertorio con autori come Milton Nascimento e Toninho Horta, insieme a compositori argentini, uruguaiani e latinoamericani in generale, rivisitati in chiave jazzistica, in un concerto originale, intenso e apprezzatissimo dal pubblico, all’insegna d’una mentalità artisticamente aperta e cosmopolita.
                                                           
                              Barbara Casini e Javier Girotto - Roma, Teatro Anfitrione
                                                   (Foto: Fabio Commini)

Il 28 – dopo il seminario “Il canto nella musica brasiliana” tenuto presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio da Barbara Casini – è la volta al Teatro Anfitrione dell’atteso concerto di debutto del progetto “Canto estrangeiro” della cantante brasiliana residente in Italia Tatiana Valle e del compositore e pianista romano Giovanni Guaccero. Il repertorio – come l’omonimo disco pubblicato nel 2022 da Encore Music – è basato interamente su musiche di Guaccero scritte a partire da testi del poeta brasiliano residente a Roma, Luís Elói Stein, intervistato prima del concerto da Fabio Spadavecchia, animatore del portale italo-brasiliano “Nabocadopovo”. Il concerto, che si è avvalso anche dell’apporto strumentale di Bruno Marcozzi (batteria e percussioni), Barbara Piperno (flauti), Marco Ruviaro (chitarra 7 corde), è stato un successo per qualità e presenza di pubblico. I brani hanno visitato vari “spazi”, dallo choro al samba, passando per la MPB (música popular brasileira), sviluppando a partire dai raffinati testi di Stein una riflessione sull’essere stranieri, sentendosi comunque accolti in una nuova terra amica, in quest’epoca dalle molte, e spesso dolorose migrazioni.                                                             

 Ricca di eventi è stata la giornata del 29 ottobre: dopo il secondo seminario sul canto nella musica brasiliana alla Scuola di Testaccio, tenuto questa volta da Tatiana Valle, nel pomeriggio si è tenuta presso la libreria Spazio Sette, la presentazione dell’importante volume di Pietro Scaramuzzo, “Tropicália. La rivoluzione musicale nel Brasile degli anni ‘60” (Minimum Fax editore), a cui hanno partecipato l’autore e il giornalista e conduttore radiofonico di Rai Radio 1 Max De Tomassi. Una valida occasione per ripercorrere la storia di una pagina fondamentale della musica brasiliana, a partire dalle vicende di alcuni grandi personaggi come Caetano Veloso, Gilberto Gil, Gal Costa, Tom Zé, Rita Lee e molti altri.
                                                             
                                 Pietro Scaramuzzo e Max De Tomassi - Roma, Libreria Spazio Sette
                                                                       (Foto: Fabio Commini)

 
La sera del 29 è stata la volta del concerto di Miriam Baumann che ha presentato dal vivo il suo nuovo CD “Heitor Villa-Lobos: Piano Works” (Urania Records, 2022), dedicato al grande compositore brasiliano del quale, dopo una presentazione del musicologo Giorgio Monari, sono stati eseguiti alcuni classici, quali Alma brasileira, Valsa da Dor e altri. Il concerto, di grande livello, è stato arricchito nel finale da brani di altri autori, quali Ernesto Nazareth e Chiquinha Gonzaga, tra le figure di maggior spicco della musica brasiliana tra fine Ottocento e i decenni successivi. Domenica 30 il festival si è chiuso con “Yiddish Tango”, nuovo progetto del sassofonista, clarinettista e compositore Gabriele Coen, dedicato a brani che testimoniano il sodalizio tra tango e musica ebraica. Insieme a Coen, Marco Loddo (contrabbasso) e Natalino Marchetti (fisarmonica) con la partecipazione alla voce della cantante argentina Silvia Hernandez Huerta, i quali hanno accompagnato il numeroso pubblico in un viaggio musicale raffinatissimo e emozionante, a conclusione di un festival che, tra l’altro, ha consapevolmente assunto il senso di una dichiarazione d’intenti, volendo proseguire nella direzione della qualità artistica, dell’innovazione e allo stesso tempo della conservazione della memoria collettiva, appunto in senso cosmopolita e solidale, tra Italia e America Latina. È quindi ampiamente positivo il bilancio del festival, di certo un evento raro nell’attuale panorama italiano, realizzato con l’obiettivo di continuare a condividere la visione profonda di un “altro” Sudamerica e di un “altro” Brasile, al di fuori degli stereotipi culturali.
 
 

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Fabio Commini. Studia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma e si diploma nel 1987 in chitarra classica presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”. Tra il 1990 e il 2016 collabora con la RAI (5° Canale Radio – Filodiffusione). Nel corso degli anni affianca all’attività in ambito musicale la passione per la fotografia. 
 


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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Brasil no centro da programação do festival De Natura Sonorum em Roma
por
Fabio Commini


                                                 

             Giovanni Guaccero, Bruno Marcozzi, Tatiana Valle, Marco Ruviaro, Barbara Piperno - Roma, Teatro Anfitrione
                                                                     (Foto: Fabio Commini)



De 25 a 30 de outubro de 2022, realizou-se em Roma a quarta edição do Festival De Natura Sonorum, organizado pela associação Teatroinscatola (dirigida por Lorenzo Ciccarelli), promovido pela Prefeitura Municipal de Roma, dedicado nesta edição quase que totalmente ao Brasil. Como afirma o diretor artístico Giovanni Guaccero no programa, “o tema deste festival é o encontro entre culturas, o encontro entre povos que se formam ou entram em contato como resultado das migrações, o encontro entre intelectuais e a cultura popular que dá origem a manifestações híbridas, o encontro entre a América Latina e a Europa, com um olhar particular para o Brasil, um país que baseou a sua identidade na ideia da mestiçagem”. Os nove eventos (mais dois seminários) aconteceram em diferentes locais da cidade: o Teatro Anfitrione para os quatro concertos, a Embaixada do Brasil, as livrarias Spazio Sette e La Stanza della Musica, o Palazzo delle Esposizioni e a Scuola Popolare di Musica di Testaccio para as apresentações e os seminários.
 
O Festival foi um evento de grande importância para a cidade no que diz respeito às relações culturais entre Brasil e Itália. As relações e afinidades históricas entre os dois países dispensam comentários, mas é importante ressaltar o crescimento em todas as áreas do intercâmbio cultural, particularmente artística e musical, dentro do panorama contemporâneo, enriquecido por um significativo desígnio pedagógico e solidário, orientado para o desenvolvimento de uma relação ainda mais consciente com o rico e diversificado universo – convém lembrar – do maior país afro-americano.
 
Tudo começou no dia 25, às 18h, no Auditório Glauber Rocha do Instituto Guimarães Rosa da Embaixada do Brasil, com a apresentação do livro de Raffaele Bella, “Choro. Le radici della musica del Brasile” (Robin Editore), com a participação do autor, e do compositor Giovanni Guaccero, do violonista e presidente da “Casa dello Choro – Itália”, Gaetano Meola e de Iuri Bittar, do qual falaremos em seguida. Trata-se do primeiro volume divulgador publicado na Itália sobre o choro, lançado em outubro de 2020, mas só agora nesta ocasião apresentado oficialmente. Partindo da definição daquilo que o autor define como "sons planetários brasileiros" (assimilados na Itália mesmo inconscientemente a partir dos anos ‘50 graças à televisão e ao cinema), chegou-se a traçar um percurso histórico desse gênero, espinha dorsal da cultura musical brasileira. O evento representou um emocionante reconhecimento ao trabalho de equipe do livro (que conta com prefácio de Henrique Lima Santos Neto e posfácio de Giovanni Guaccero) em um auditório lotado, com um público participante, que ocasionou um animado debate.
                                                   
                                   Giovanni Guaccero, Raffaele Bella, Gaetano Meola, Iuri Bittar - Instituto Guimarães Rosa de Roma
                                                                (Foto: Fabio Commini)


Dois eventos aconteceram no dia 26. Pela manhã, foi apresentado na livraria La Stanza della Musica o CD “Alma brasileira” (Biscoito Fino Edições, 2022) do violonista brasileiro Iuri Bittar, professor da Casa do Choro do Rio de Janeiro, dedicado a reinterpretações para violão dos compositores-pianistas como Ernesto Nazareth e Radamés Gnattali, fundamentais para a história do choro brasileiro. Além de Bittar, a pianista Miriam Baumann-Di Pasquale, o violonista Massimo Aureli e Gaetano Meola também participaram. À tarde, foi realizada uma homenagem à arquiteta ítalo-brasileira Lina Bo Bardi (1914-1992) na livraria do Palazzo delle Esposizioni, onde foram apresentados os volumes “Lina Bo Bardi e l'eterogenesi della forma” de Anna Riciputo (Libria editore), e “Lina Bo Bardi. Un'architettura tra Italia e Brasile", curadora Alessandra Criconia (Franco Angeli editore). Além dos autores, participaram também o arquiteto e professor de História da Arquitetura Carlo Severati e a escritora e brasilianista Antonella Rita Roscilli, que ilustrou alguns aspectos histórico-políticos da emigração italiana para o sul do Brasil a partir dos anos '30, e as relações de Lina Bo Bardi com as vanguardas artísticas e culturais do estado da Bahia.
                                                           
                    Antonella Rita Roscilli, Carlo Severati, Alessandra Criconia, Anna Riciputo - Palazzo delle Esposizioni, Roma
                                                                 (Foto: Fabio Commini)

 
O dia 27 começou com o seminário A Língua do Choro (curador Iuri Bittar), realizado no Instituto Guimarães Rosa da Embaixada do Brasil, em colaboração com La Casa dello Choro - Itália, durante o qual numerosos estudantes e entusiastas desejaram aprofundar o conhecimento da linguagem deste gênero, a espinha dorsal da música instrumental brasileira, que vem sendo projetada globalmente há alguns anos também na Europa, Estados Unidos e Japão. E assim chegou-se à noite do dia 27 com o primeiro concerto do projeto no Teatro Anfitrione: “Hermanos” do trio da cantora Barbara Casini, acompanhada por Seby Burgio ao piano e Javier Girotto ao saxofone. O projeto, da mais alta qualidade, trata-se de uma homenagem à canção latino-americana, como no CD homônimo lançado em 2022 pelo selo Encore Music. O Brasil está presente no repertório com composições de Milton Nascimento e Toninho Horta, junto a outros compositores, argentinos, uruguaios e latino-americanos em geral, revisitados em chave jazz, em um concerto original, intenso e muito apreciado pelo público, sob a bandeira de uma mentalidade artisticamente aberta e cosmopolita.
                                                   
                                 Barbara Casini e Javier Girotto - Teatro Anfitrione, Roma
                                                     Foto: Fabio Commini)

 
No dia 28 - após o seminário “Canto na Música Brasileira” realizado na Scuola Popolare di Musica di Testaccio por Barbara Casini - é a vez no Teatro Anfitrione do aguardado concerto de estréia do projeto "Canto estrangeiro" da cantora brasileira residente na Itália Tatiana Valle e do compositor e pianista romano Giovanni Guaccero. O repertório - como o disco homônimo lançado em 2022 pelo selo Encore Music - se baseia inteiramente na música de Guaccero escrita a partir de textos do poeta brasileiro residente em Roma, Luís Elói Stein, que foi entrevistado antes do concerto por Fabio Spadavecchia, animador do portal ítalo-brasileiro "Nabocadopovo". O concerto, que se beneficiou do acompanhamento instrumental de Bruno Marcozzi (bateria e percussão), Barbara Piperno (flautas) e Marco Ruviaro (violão de 7 cordas), foi um sucesso em termos de qualidade e público. As composições transitarem por vários "espaços", do choro ao samba, passando pela MPB, desenvolvendo a partir dos refinados textos de Stein uma reflexão sobre ser estrangeiro, mas sentindo-se bem-vindo em uma nova terra amigável, nestes tempos  de tantas, e muitas vezes dolorosas migrações.
 
O dia 29 de outubro foi repleto de eventos: após o segundo seminário sobre canto na música brasileira na Scuola di Testaccio, realizado desta vez por Tatiana Valle, à tarde foi apresentado o importante volume de Pietro Scaramuzzo, "Tropicália. La rivoluzione musicale nel Brasile degli anni '60" (Minimum Fax Editore), com a presença do autor e do jornalista e apresentador da rádio Rai Radio 1, Max De Tomassi. Uma valiosa oportunidade para refazer a história de uma página fundamental da música brasileira, a partir das histórias de algumas das grandes figuras como Caetano Veloso, Gilberto Gil, Gal Costa, Tom Zé, Rita Lee e muitos outros.
                                                       
                                  Pietro Scaramuzzo e Max De Tomassi - Libreria Spazio Sette, Roma
                                                             (Foto: Fabio Commini)

 
A noite do dia 29 foi a vez do concerto de Miriam Baumann, que apresentou ao vivo seu novo CD "Heitor Villa-Lobos: Piano Works" (Urania Records, 2022), dedicado ao grande compositor brasileiro, cujos clássicos, como Alma brasileira, Valsa da Dor e outros, foram executados pela pianista, após uma apresentação do musicólogo Giorgio Monari. O concerto, de grande nível, no final foi ainda enriquecido com peças de outros compositores, como Ernesto Nazareth e Chiquinha Gonzaga, figuras de grande destaque na música brasileira do final do século XIX e nas décadas seguintes. No domingo dia 30, o festival encerrou-se com o "Yiddish Tango", um novo projeto do saxofonista, clarinetista e compositor Gabriele Coen, dedicado a peças que atestam a relação entre o tango e a música judaica. Juntamente com Coen, contou-se com Marco Loddo (contrabaixo) e Natalino Marchetti (acordeão), e com a participação da cantora argentina Silvia Hernandez Huerta, os quais acompanharam o grande público numa viagem musical refinada e emocionante, concluindo um festival que, entre outras coisas, assumiu conscientemente o sentido de uma proposição de intentos, com o desejo de continuar na direção da qualidade artística, da inovação e, ao mesmo tempo, da preservação da memória coletiva, num sentido cosmopolita e solidário, entre a Itália e a América Latina. O balanço do festival é, portanto, amplamente positivo, certamente um acontecimento raro no panorama italiano atual, realizado com o objetivo de continuar a compartilhar a visão profunda de uma "outra" América do Sul e de um "outro" Brasil, além dos estereótipos culturais.
 
 
 
 
 
 © SARAPEGBE.                                                          
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione
Tradução por Luís Elói Stein

 

Fabio Commini. Estudou na Faculdade de Letras e Filosofia da Universidade "La Sapienza" de Roma e graduou-se em 1987 em violão clássico no Conservatório de Música "Santa Cecília". Entre 1990 e 2016 colaborou com a RAI-Radiotelevisione Italiana (5º Canal de Rádio - Filodiffusione). Ao longo dos anos, combinou a sua atividade musical com a paixão pela fotografia,