La straordinaria storia del Presepe Monumentale di Castelli, in piazza San Pietro a Roma
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

 
                                                                                                                                News Sarapegbe 1 gennaio  2021
In piazza San Pietro, a Roma, il Vaticano per il periodo delle festività natalizie, oltre al maestoso albero che proviene dalle foreste protette della Slovenia, presenta il presepe monumentale di Castelli, visitabile fino al 10 gennario 2021. Questa grande opera in ceramica si propone come una rilettura in chiave contemporanea del più classico dei simboli della cristianità. Oltre al pregio artistico vi sono vari aspetti che ne hanno caratterizzato la realizzazione: dalla rottura degli schemi classici dell’arte ceramica all’uso del colore, dalla rappresentazione della natività in maniera originale, alla continua contaminazione con gli avvenimenti contemporanei, visto che nel corso degli anni sono state aggiunte figure riferite, per esempio, al primo allunaggio dell'essere umano, al Concilio Vaticano II e all’abolizione della pena di morte. Certamente si tratta di un’opera ancora oggi innovativa e  dal profondo significato metaforico.
 
Conoscere meglio la sua provenienza e storia, potrebbe aiutare a comprendere meglio anche cosa significa presentare questo presepe in un anno come quello che stiamo vivendo, di pandemia e dolore. L'opera proviene da Castelli, un borgo del Teramano, una delle capitali mondiali della ceramica che vanta capolavori esposti in tutti i principali musei del mondo come British, Louvre, Hermitage, Metropolitan. Castelli appartiene al club de “I borghi più belli d’Italia” ed è una delle tante perle italiane. Incastonata ai piedi del Gran Sasso, è simbolo di resistenza dopo il violento terremoto che nel 2009 investì l'Abruzzo.

La nascita  della ceramica a Castelli si deve alle caratteristiche naturali del territorio, con la  presenza di cave d'argilla, i giacimenti di silice, i boschi di faggio per la legna e i forni, i corsi d'acqua. L'arte della ceramica era sviluppata già in epoca etrusca e venne in seguito favorita anche dalla presenza dei monaci benedettini. E' dalla seconda metà del 1500 che questa arte vive il suo splendore, e ancora oggi ad essa si dedica la maggior parte della popolazione.
                                                                   
                                                                     Il Presepe Monumentale di Castelli in piazza San Pietro. Foto di J.C. Patias
 
Per risalire alla storia del presepe monumentale della cittadina abruzzese  dobbiamo partire dal  1954.  Dopo la fine della II guerra mondiale, Milano era in piena ricostruzione e andava ponendo le basi della ricostruzione del rinnovamento. Uno dei motori trainanti fu la Triennale di cui si preparava la X edizione. Si cercava un punto nuovo, un punto che fosse la sintesi tra la modernità e la tradizione. Si decise di chiamare le Scuole d’arte e artigianato, vero patrimonio nazionale, da mettere a confronto anche con esperienze di altri Paesi.
 
Tra gli invitati vi fu la Scuola d’arte di Castelli. Questa scuola era stata fondata nel 1909 grazie al sindaco Beniamino Olivieri e a Felice Barnabei che divenne primo direttore generale delle Belle Arti, la Scuola divenuta poi Istituto d’Arte «F. A. Grue» e oggi Liceo Artistico Statale «F. A. Grue» ospitato in una struttura moderna costruita accanto all’antico ex Convento, sede del Museo. I maestri Serafino Mattucci, Guerrino Tramonti e Arrigo Visani, chiamati a partecipare alla X Triennale, decisero di esporre  una reinterpretazione moderna dell’antico soffitto in ceramica della seicentesca chiesa di San Donato di Castelli. Forme, soggetti, temi, colori, stili vennero lavorati e presentavano contaminazioni tra canoni classici e avanguardie italiane e straniere.  Le figure dell’antico soffitto maiolicato di San Donato, reinterpretate per Milano, si trasformarono quindi radicalmente e il soffitto venne definito dallo studioso Carlo Levi "la  Cappella Sistina della Ceramica”.
 
Il presepe monumentale di Castelli sarebbe stato proprio uno dei risultati di quella stagione.  Infatti, già a partire già dal 1955, anno successivo alla X Triennale, all’Istituto d’Arte «F. A. Grue» maestri e allievi iniziarono a maturare il progetto di applicare i risultati delle più recenti ricerche al Presepe, tema popolare sacro per eccellenza. Le figure dell’antico soffitto maiolicato di San Donato, reinterpretate per Milano, assunsero le sembianze stilizzate dei personaggi della Natività a dimensione umana. I pezzi del presepe vennero  concepiti perciò secondo un progetto ben preciso e portano al loro interno un legame stretto tra i simboli della tecnologia e delle radici, modernità e tradizione unite. Le ceramiche vennero cotte nei forni a tunnel, dei macchinari speciali per le temperature e per gli spazi.
 
Nel 1965 il primo Presepe con i protagonisti della Sacra Famiglia era pronto e il primo allestimento avvenne sul sagrato della Chiesa Madre di Castelli nel dicembre. Il gruppo monumentale del presepe di Castelli è un manufatto di ceramica policroma costituito oggi da ben 54 sculture. E' risultato di ricerca, di innovazione e di cambiamento. Si tratta di un’opera collettiva  realizzata nell’arco di dieci anni (1965-1975)  e viene definito monumentale perchè le sculture sono più alte del normale e arrivano a quasi due metri.
 
L'ideatore del progetto fu proprio Serafino Mattucci, artista straordinario e direttore dell’Istituto d’arte “F.A. Grue” di Castelli,  insieme ai due docenti  Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini. Tra i giovani allievi che parteciparono al progetto ricordiamo il futuro Maestro Fausto Cheng (figlio di uno dei 116 cinesi del campo d'internamento di Isola del Gran Sasso durante il fascismo, tra il 1941 e il 1942).  Poi il presepe crebbe e cominciò a viaggiare: venne esposto a Roma, ai mercati di Traiano; quindi a Gerusalemme, Betlemme, Tel Aviv.
 
Nel 2009 giunsero purtroppo  le scosse del terremoto in Abruzzo e non risparmiarono neppure il borgo di Castelli. Il presepe era in pericolo, ma venne salvato e portato nei sotterranei dell’Istituto d’Arte, in una sistemazione di fortuna. Ed ora appare lì, salvo e brillante nella piazza San Pietro a Roma. Non basta quindi fermarsi e guardare le statue, ma occorre fermarsi e riflettere un pò più a lungo in questo anno particolare per tutti, per comprendere meglio una simbologia che, oltre alla spiritualità, narra il nostro passato, il presente, e lancia un messaggio di speranza per il futuro.
 
La storia dell'arte è storia di tutela, di cura, come ha affermato Raffaella Morselli, docente della Università degli Studi di Teramo. L’origine di questa straordinaria opera in ceramica, tutt'oggi all'avanguardia, è quindi una storia esemplare, di quelle che rivelano le qualità di un mondo che si riprende dalle crisi, dal dolore, dalle guerre, e che possiede  la capacità di rimettere in moto processi nuovi, frutto di esperienza, aggregandosi in una unica famiglia umana, esprimendo la cultura della cura per le proprie radici, ma anche in grado di reinventarsi producendo simboli generatori di speranza.  


 
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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

A exstraordinária história do Presepio Monumental de Castelli, na praça de San Pietro em Roma
por
Antonella Rita Roscilli

 

                                                             
                                                  
  
                                                                                                                             News Sarapegbe,  1 gennaio  2021
Na Praça de São Pedro, em Roma, o Vaticano para as festas do Santo Natal, além da majestosa árvore provindo das florestas protegidas da Eslovenia, apresenta o presépio monumental de Castelli, que pode ser visitado até o dia 10 de janeiro de 2021. Esta grande obra de arte em cerâmica se propõe como uma releitura contemporânea do mais clássico dos símbolos do cristianismo. Para além do valor artístico, são vários os aspectos que têm caracterizado a sua realização: desde a quebra dos esquemas clássicos da arte em cerâmica até a utilização da cor, da representação do presépio de forma original, até a constante contaminação com acontecimentos contemporâneos, visto que ao longo dos anos, foram acrescentadas esculturas referentes, por exemplo, ao primeiro pouso do ser humano na lua, ao Concílio Vaticano II e à abolição da pena de morte. Com certeza estamos ainda diante a um trabalho inovador com um profundo significado metafórico.
 
Conhecer um pouco da sua origem e história pode ajudar a entender melhor o que significa apresentar este presépio em um ano como o que estamos vivendo, de pandemia e dor. A obra provém de Castelli, uma vila a 45 km da cidade de Teramo, e uma das capitais mundiais da cerâmica, que possui obras-primas expostas em todos os principais museus do mundo como British, Louvre, Hermitage, Metropolitan. Castelli pertence ao clube dos "I più bei borghi d'Italia" ("As mais belas vilas da Itália") e é uma das muitas pérolas italianas. Situado aos pés do Gran Sasso, Castelli constitui também um símbolo de resistência, após o violento terremoto que atingiu a região de Abruzzo em 2009.
 
O nascimento da cerâmica em Castelli deve-se às características naturais do território, com a presença de garimpos de argila, depósitos de sílica, bosques de faia para madeira e fornos, cursos de água. A arte da cerâmica já se desenvolvia na era etrusca e depois foi favorecida pela presença de monges beneditinos. É a partir do segundo semestre de 1500 que essa arte vive seu esplendor, e ainda hoje em dia grande parte da população de Castelli se dedica a ela.

                                                                       
                                          Il Presepe Monumentale di Castelli in piazza San Pietro. Foto di J.C. Patias
Para voltar à história do monumental presépio desta vila do Abruzzo, temos que repartir do ano de 1954. Após o fim da Segunda Guerra Mundial, Milão estava em plena reconstrução e lançava as bases para reconstrução e a renovação. Uma das forças motrizes foi a Trienal para a qual se preparava a 10ª edição. Um novo ponto estava sendo procurado, um ponto que fosse  uma síntese entre modernidade e tradição na arte e na arquitetura.

Decidiu-se chamar as Escolas de Arte e Artesanato, verdadeiro patrimônio nacional, para que pudessem ter trocais ferteis com experiências artisticas de outros países. Entre os convidados estava a Escola de Arte de Castelli. Esta Escola de Arte foi fundada em 1909 graças ao prefeito da época de nome Beniamino Olivieri e ao Felice Barnabei que se tornou o primeiro diretor geral de Belas Artes. A Escola que mais tarde trocaria o nome por Instituto "F. A. Grue" e que hoje virou Escola Estadual de Arte "F. A. Grue", està instalada em um edifício moderno construído ao lado do antigo Convento, que abriga o Museu.
 
Para a Trienal os mestres Serafino Mattucci, Guerrino Tramonti e Arrigo Visani decidiram exibir uma reinterpretação moderna do antigo teto de cerâmica da igreja de San Donato di Castelli do século XVII. Formas,  temas, cores, estilos apresentavam contaminação entre cânones clássicos e vanguardas italianas e estrangeiras. As figuras do antigo teto de majólica de San Donato, reinterpretadas para Milão, foram radicalmente transformadas e no final o teto foi definido pelo estudioso Carlo Levi como "La Cappella Sistina della Ceramica".
 
O presépio monumental de Castelli seria um dos resultados daquela importante temporada. De fato, já em 1955,  a seguir à X Trienal, no Instituto de Arte «F.A. Grue», professores e alunos começaram a desenvolver o projeto de aplicação dos resultados das mais recentes investigações ao Presépio, tema sagrado popular por excelência.

Foi assim que as figuras do antigo teto de majólica de San Donato, reinterpretadas para Milão, assumiram os traços estilizados dos personagens da Natividade em escala humana, portanto as peças do presépio foram concebidas de acordo com um projeto muito específico e carregam dentro delas uma estreita ligação entre os símbolos da moderna tecnologia e as raízes artististicas, modernidade e tradição unidas.
As cerâmicas eram preparadas em fornos de túnel, máquinas especiais para temperaturas e espaços.

Em 1965 ficou pronto o primeiro presépio com os protagonistas da Sagrada Família. A primeira ambientação aconteceu no adro da Igreja Matriz de Castelli naquele dezembro. Hoje em dia, o conjunto monumental do presépio de Castelli é um artefato de cerâmica policromado composto de 54 estátuas. É o resultado de pesquisa, inovação e renovação. É uma obra coletiva realizada ao longo de dez anos (1965-1975) e se define como monumental porque as esculturas são mais altas que o normal e chegam a quase dois metros.
 
O idealizador do projeto foi Serafino Mattucci, extraordinário artista e diretor do "F.A. Grue ”de Castelli, que jà tinha partecipato à Trienal, e no projeto do presepio foi  junto com os professores Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini. Entre os jovens alunos que participaram do projeto gostariamos lembrar o futuro Maestro Fausto Cheng (filho de um dos 116 chineses que ficaram no campo de internamento de Isola del Gran Sasso durante o fascismo, entre 1941 e 1942).
 
Depois o presépio começou a viajar: foi exposto em Roma, nos mercados de Trajano; depois em Jerusalém, Belém, Tel Aviv. Em 2009 o  terremoto chegou no Abruzzo e na vila de Castelli. O presépio foi salvo, guardado e levado para o porão do Instituto de Arte, em um arranjo improvisado. E agora, depois de anos, ele aparece lá, seguro e luminoso na Praça de São Pedro em Roma.
 
Portanto, não è suficiente sò parar e olhar as estátuas, mas é preciso refletir olhando estas esculturas, para entender melhor um simbolismo que neste ano particularmente, narra também sobre o nosso passado, o presente feito de dores e pandemia, mas è também uma oportunidade através da qual esta grande obra nos envia uma mensagem de esperança para o futuro. A história da arte é também a história do cuidado, historia de proteção, como afirma Raffaella Morselli, professora da Universidade Estatal de Teramo.
 
A origem desta extraordinária obra em cerâmica, ainda hoje de vanguarda, é uma história exemplar, daquelas que revelam as qualidades de um mundo que se recupera de crises, dores, guerras, e que tem uma incrível capacidade para restaurar, movimentar novos processos, fruto da experiências, reunindo-se em uma única família humana, expressando a cultura do cuidado da vida e das próprias raízes, mas também capaz de se reinventar através da produção de símbolos que geram esperança.
 
 
 
 
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Traduzione in portoghese di A.R.R.