IL LIBRO. "Choro. Le radici della musica in Brasile" di Raffaele Bella (Robin Ed.)
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

                                                                                                                                                                                       Nuovi Percorsi- Sarapegbe 3 dicembre 2020
"Ecco cosa è lo choro: tutti insieme si suona con il cuore, in libertà, senza regole, senza niente....la libertà dell'arte" (Heitor Villa Lobos). Così si apre "Choro. Le radici della musica in Brasile" di Raffaele Bella, pubblicato da Robin Edizioni, primo libro italiano interamente dedicato al genere musicale dello "choro", con prefazione di Henrique Lima Santos Neto, postfazione di Giovanni Guaccero, varie appendici e bibliografia, una discografia scelta, ove spicca la sezione "Choro in Italia". Il dipinto che appare in copertina è stata realizzato da Amine Barbuda e ritrae Pixinguinha (1897-1973), uno dei maggiori compositori della musica popolare brasiliana che contribuì affinchè lo "choro" incontrasse una forma musicale definitiva.
 
Lo "choro" (si pronuncia scioro), popolarmente chiamato "chorinho", è un genere di musica strumentale nato a Rio de Janeiro a metà del XIX secolo: un ritmo felice e talvolta nostalgico, caratterizzato da modulazioni e virtuosismi. Nasce come tipica forma brasiliana, ma è una miscela di ritmi europei come valzer e polka, con i ritmi africani del "lundu" e "batuque". Può essere considerata la prima musica popolare urbana tipicamente brasiliana e negli anni è diventata uno dei generi più prestigiosi della musica popolare nazionale: "Se paragoniamo la musica brasiliana a un albero, certamente lo 'choro' sarà la radice che lo nutre e lo mantiene vivo" (H.Neto). Continua ad essere vivissimo ancora oggi non solo in Brasile, e in relazione di interscambio costante con altri generi come il samba, il jazz e la musica classica.
 
Saggista e chitarrista, Raffaele Bella osserva lo 'choro' partendo da una visione afrocentrica, che "secondo la sua ottica, non oscura, ma anzi valorizza il fondamentale contributo europeo per la formazione di un’identità culturale e musicale brasiliana" (G.Guaccero). Come evidenziato dall'autore nelle prime pagine, se ogni genere della musica afrodiscendente del Nord America è stata analizzata fin dalla sua nascita, è giusto che una parallela attenzione scientifica si concentri anche verso l’altro gigante afro-americano, ma d’origine latina. L'altro gigante è il Brasile, quel Brasile che Caetano Veloso descrive come "l’altro gigante d’America, l’altro melting pot di razze e culture, l’altra Terra promessa di immigranti europei e asiatici, l’Altro. Il doppio, l’ombra, il negativo della grande avventura nel Nuovo Mondo".
 
Spinto da una scintilla incendiaria partita dal Folkstudio una sera del 1973 a Roma, con l'ascolto della musica del brasiliano Irio de Paulo, e da un vento energico pieno di un grande amore per il Brasile, Raffaele Bella, col suo bagaglio di studi ed esperienza sul campo, traccia quindi un percorso storico dello "choro" partendo dalle origini, da Ernesto Nazareth e Chiquinha Gonzaga, e arriva al Novecento focalizzando grandi esponenti quali Pixinguinha, Jacob do Bandolim, Waldir Azevedo, Radamés Gnatalli, Paulo Moura, Raphael Rabello, Maurício Carrilho, Armandinho Macedo, Joel Nascimento, ecc. Per fare ciò guarda al lavoro di alcuni dei maggiori studiosi e divulgatori brasiliani dell'argomento, quali Ary Vasconcelos, Henrique Cazes, André Diniz e altri.
 
Nella prefazione del libro, Henrique Neto, uno dei maggiori chitarristi 7 corde brasiliani contemporanei, autore del “Manual do Choro” e docente presso la prima Scuola di Choro nata in Brasile, “Escola brasileira de Choro Raphael Rabelo” di Brasília, sottolinea il fatto che il libro di Bella mette insieme aspetti fondamentali riguardanti la formazione del popolo che ha inventato questo genere musicale, contestualizzando storicamente gli avvenimenti accaduti in terra brasiliana alla metà del XIX secolo.
 
Bella ci conduce fino all'epoca attuale, una fase in cui lo "choro" si sta sviluppando in tutto il mondo, anche in Europa e in Italia, attraverso la diffusione di scuole, tecniche e strumenti: cavaquinho, chitarra a sette corde, pandeiro, oltre a quelli più "tradizionali" come chitarra a sei corde, mandolino e flauto. Ce lo ricorda nella postfazione il compositore, pianista, musicologo e docente italiano Giovanni Guaccero, attraverso un excursus storico dello "choro" in Italia, ricordando le serate romane con Massimo Aureli, Giulia Salsone e il gruppo “Choroma”,  il gruppo  "Villa Pamphili", il “Laboratorio Canzone Brasiliana” creato dallo stesso Guaccero nella “Scuola Popolare di Musica di Testaccio” di Roma, la sua collaborazione con il duo “Choro de Rua” di Bologna, formato dal chitarrista sette corde paulistano Marco Ruviaro e la flautista italiana Barbara Piperno.
 
Ricorda, poi, la nascita del “Laboratorio Choro”, sempre a Testaccio, i contatti con la “Casa do Choro” di Rio de Janeiro, e nel 2019 il primo convegno internazionale dal titolo “Lo choro brasiliano. Prospettive musicologiche e didattiche tra repertorio e prassi esecutive” con il Conservatorio di Musica “F. Cilea” di Reggio Calabria, fino a giungere alle tante "rodas de choro" sparse a Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma ecc..
 
Tutto ciò dimostra quanto in Italia lo "choro" continui ad interessare e quanto la sua diffusione sia in espansione. Perciò il libro di Raffaele Bella, pur non essendo un testo musicologico in senso stretto, si rivela uno strumento di divulgazione rigoroso e appassionato. Va a riempire un grave vuoto bibliografico durato per troppo tempo in Italia, riguardo a un genere che costituisce una delle più importanti e solide matrici musicali della storia della musica brasiliana. 


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Antonella Rita Roscilli, Lusitanista, giornalista, scrittrice e traduttrice. Laureata in Italia in Lingua e Letteratura Brasiliana,ha lavorato per molti anni alla RAI-Radiotelevisione Italiana, e si occupa di tematiche interculturali e Comunicazione. Da quasi trenta anni si dedica alla divulgazione in Europa specie dellai cultura del Brasile e dei Paesi dell’Africa di lingua ufficiale portoghese. In Brasile fa parte della ALB-Academia de Letras da Bahia, e dell'Istituto Storico Geografico (IGHB) eletta come Membro corrispondente per l'Italia. Vincolata alla Università Federale di Bahia-UFBA in Brasile, è  biografa della memorialista Zélia Gattai, moglie dello scrittore Jorge Amado. Ha pubblicato in Brasile varie opere tra cui Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras), Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” e Zélia Gattai e a Emigração italiana no Brasil entre Séc. XIX e XX" pubblicate dalla EDUFBA, casa editrice della Università Federale di Bahia e ancora inedite in Italia.  


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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

O LIVRO. "Choro. Le radici della musica in Brasile" de Raffaele Bella (ed. Robin)
por
Antonella Rita Roscilli


                                                                   
                                                                   
              
                                                                                                                                                                            Nuovi Percorsi- Sarapegbe 3 dicembre 2020
“Isso é choro: todos que tocam com o coração, em liberdade, sem regras, sem nada .... a liberdade da arte”. Com essa frase do compositor brasileiro Heitor Villa Lobos se abre "Choro. Le radici della musica in Brasile" de Raffaele Bella, publicado pela editora Robin, e primeira obra italiana inteiramente dedicada ao gênero musical do "choro". Com prefácio de Henrique Lima Santos Neto e posfácio de Giovanni Guaccero, é enriquecida por apêndices, bibliografia, discografia selecionada, e gostariamos destacar a seção "Choro in Italia". A pintura que aparece na capa é obra de Amine Barbuda e retrata o Pixinguinha (1897-1973), um dos maiores compositores da música popular brasileira que contribuiu muito para que o choro encontrasse uma forma musical definitiva.
 
O "choro", popularmente chamado de "chorinho", é um gênero da música instrumental que nasceu no Rio de Janeiro em meados do século XIX: um ritmo alegre e por vezes nostálgico, caraterizado por modulações e virtuosismo. Nasceu como uma forma tipicamente brasileira, mistura de ritmos europeus, como valsa e polca, com os ritmos africanos do "lundu" e do "batuque". Pode ser considerada a primeira música popular urbana tipicamente brasileira, tornando-se ao longo dos anos um dos gêneros mais prestigiosos da música popular nacional: "Se compararmos a música brasileira a uma árvore, certamente o choro será a raiz que a nutre e a mantém viva" (H. Neto). O choro continua muito vivo, não só no Brasil, e continua em relação de intercâmbio com outros gêneros, quais o samba, o jazz e a música erudita.
 
O autor Bella, ensaísta e violonista italiano, observa o choro a partir de uma visão afrocêntrica, que "conforme a perspectiva dele, não obscurece, aliás realça a fundamental contribuição europeia para a formação de uma identidade cultural e musical brasileira" (G .Guaccero). Conforme o próprio autor aponta nas primeiras páginas, todos os gêneros da música afro-descendente norte-americana foram analisados ​​desde o seu nascimento. Da mesma forma é justo que uma atenção científica paralela seja concentrada também no outro gigante afro-americano, mas de origem latina. O outro gigante è o Brasil que Caetano Veloso define "Outro gigante da América, o outro caldeirão de raças e culturas, a outra terra prometida de imigrantes europeus e asiáticos, o Outro. O duplo, a sombra, o negativo da grande aventura no Novo Mundo”.
 
Movido por uma centelha incendiária que partiu do "Folkstudio" em Roma, numa noite de 1973, ouvindo a música do brasileiro Irio de Paula, e movido por um vento enérgico e repleto de muito amor pelo Brasil, o autor Bella, com sua bagagem de estudos e experiências concretas, nos traça a trajetória histórica do "choro" a partir das origens, Ernesto Nazareth e Chiquinha Gonzaga, e chega ao século XX focando grandes expoentes como Pixinguinha, Jacob do Bandolim, Waldir Azevedo, Radamés Gnatalli, Paulo Moura, Raphael Rabello, Maurício Carrilho, Armandinho Macedo, Joel Nascimento etc., visando o trabalho de alguns dos principais estudiosos e divulgadores brasileiros deste genro musical, como Ary Vasconcelos, Henrique Cazes, André Diniz e outros. 
 
Em seu prefácio, Henrique Neto, um dos maiores violonistas brasileiros contemporâneos de 7 cordas, autor do "Manual do Choro" e professor da primeira Escola de Choro nascida no Brasil, a "Escola brasileira de Choro Raphael Rabelo" de Brasília, destaca que o livro de Bella reúne aspectos fundamentais sobre a formação dos inventores do gênero, contextualizando historicamente os acontecimentos ocorridos no Brasil em meados do século XIX.

Depois da "viagem historica" no choro, Bella nos remete aos tempos atuais em que o choro vai se expandindo no mundo inteiro, e também na Europa e na Itália, graças à difusão de escolas, técnicas e instrumentos: cavaquinho, violão de sete cordas e pandeiro, além dos mais "tradicionais" como violão de seis cordas, bandolim e flauta.
 
O compositor, pianista, musicólogo e professor italiano Giovanni Guaccero nos lembra disso na posfácio, através de uma excursus histórico do "choro" na Itália: as noites em Roma com Massimo Aureli, Giulia Salsone e o conjunto "Choroma", o conjunto "Villa Pamphili", o "Laboratório da Canção Brasileira" criado pelo próprio Guaccero na "Escola Popular de Música de Testaccio" de Roma, a sua colaboração com a dupla "Choro de Rua" de Bolonha, com o violonista paulistano Marco Ruviaro e a flautista italiana Barbara Piperno.
 
Ele também fala sobre o “Laboratório do Choro” em Testaccio, os contatos com a “Casa do Choro” o Rio de Janeiro, e a primeira conferência internacional de 2019  intitulada “Lo choro brasiliano. Prospettive musicologiche e didattiche tra repertorio e prassi esecutive” com o Conservatório de Música "F. Cilea” da cidade de Reggio Calabria, até chegar às muitas" rodas de choro "espalhadas pelas cidades italianas de Torino, Milão, Veneza, Bologna, Roma etc.
 
Tudo isso demonstra quanto o "choro" continue firme na Itália, e quanto a sua difusão continue se expandindo sempre mais. Por isso, a obra de Raffaele Bella, mesmo não sendo um texto de musicologia strictu sensu, è uma importante ferramenta de divulgação rigorosa e apaixonada, preenchendo assim uma grave lacuna bibliográfica que se prolongou por muito tempo na Itália, a respeito de um gênero que constitui uma das matrizes musicais mais importantes e sólidas da história da música brasileira.

Traduzione in portoghese di A.R.R.
Antonella Rita Roscilli. Lusitanista, jornalista, escritora e tradutora. Formada na Itália em Língua e Literatura do Brasil e dos países africanos de língua oficial portuguesa, trabalhou por muitos anos na emissora publica  RAI-Radiotelevisione Italiana. Se ocupa de temáticas interculturais e comunicação. No Brasil faz parte da Academia de Letras da Bahia e do Instituto Geográfico Histórico (IGHB), eleita Membro Correspondente pela Itália. No Brasil està vinculada à UFBA e è pesquisadora do CNPq.  Como biógrafa da memorialista Zélia Gattai, esposa do escritor Jorge Amado, publicou no Brasil obras quais Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras), Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” e Zélia Gattai e a Emigração italiana no Brasil entre Séc. XIX e XX com a Edufba, editora da Universidade Federal da Bahia.