"A Vida Secreta dos Gabirus", il nuovo romanzo di Carlos Nejar
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

[...] Uccidere tutti i ratti che nell'uomo minacciano di trasgredire, o rodere il prossimo, dissimulare, tradire, dirsi amico, perchè, mostrando un abbraccio, possa corrodere gli ossi di una lagrima, la lagrima nella sua nave senza porto, nascondiglio del ragazzo che sa, sa che nella scuola perfino il fiume inizia a dire il nostro alfabeto.[...]
 
Sono alcune parole de A vida secreta dos gabirus (ed. Record, 2014), il nuovo romanzo di Carlos Nejar, poeta, romanziere, critico letterario e traduttore. Gaucho, di Porto Alegre, dove è nato nel 1939, Nejar nel libro A vida secreta dos gabirus ci mostra l'uomo gabiru, un uomo deformato che prende la forma di un ratto, di un popolo orfano e assetato di conoscenza. E la scrittura poetica di Nejar ci indica che l'essere umano attraversa veramente la storia, solamente dopo aver attraversato sé stesso.  
 
Indicato per ben quattro volte al Premio Nobel per la Letteratura, Nejar è considerato uno dei 37 scrittori chiave di un secolo, tra 300 autori memorabili, nel periodo compreso tra 1890 e 1990. E' chiamato da alcuni "il poeta della pampa brasiliana", ma in realtà egli è una voce universale ed emblematica, di originale e abbondante produzione lirica, al lato di Octavio Paz, Jorge Luis Borges, César Vallejo, e Nicanor Parra.
 
"Ciò che tento, ciò che cerco, è l'epica di quello che sta succedendo e di quello che succederà, perchè io credo che il Poeta è profeta e la Poesia è una forma di Futuro" (dal programma "Histórias dos Acadêmicos: C.Nejar" TV Senado, 5/10/2012). Carlos Nejar è membro dell'Academia Brasileira de Letras dal 9 maggio 1989, e occupa il seggio n. 4, oltre a far parte dell'Academia Brasileira de Filosofia.

Il suo primo libro di poesie, Sélesis, fu pubblicato nel 1960. Lavorò nel Diário de Notícias, di Porto Alegre, come collaboratore della pagina letteraria Nossa Geração. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1966 nella Pontifícia Universidade Católica, nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul,  tra il 1966 e il 1974 fu professore della rete pubblica statale a Itaqui (RS) e Promotore di Giustizia in varie città dell'interno gaucho, oltre ad essere Pubblico Ministero nella città di Porto Alegre.  
 
E' autore di oltre 50 opere di vari generi letterari e ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali. Ricordiamo il Premio Jorge de Lima con il libro Arrolamento nel 1970, concesso dall'Instituto Nacional do Livro e nel 2000, concesso dalla União Brasileira de Escritores, con l'opera Os Viventes, e il Prêmio Machado de Assis, della Biblioteca Nacional, con il libro Riopampa. Nel 1979 alcune sue poesie furono registrate per la Biblioteca del Congresso, a Washington. In Italia è apparsa la raccolta poetica "Miei cari vivi" (ed. Multimedia, 2004) e il suo racconto "La Biblioteca dei Giorni", che fu da lui scritto in esclusiva per un progetto editoriale mondiale a cura della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, nel quale Nejar fu scelto per rappresentare la letteratura brasiliana.   
 
Carlos Nejar in Brasile è il traduttore delle opere di Pablo Neruda e Jorge Luis Borges. Nel saggio del critico svizzero Gustav Siebenmann, Poesía Y Poéticas del Siglo XX En La América Hispana Y El Brasil (Ed. Gredos, Biblioteca Románica Hispânica, Madri, 1997), è menzionato tra i 14 maggiori della letteratura brasiliana, tra gli altri, al lato di Cruz e Sousa, Carlos Drummond de Andrade, João Cabral de Melo Neto e Haroldo de Campos.
                                                                     

Nejar si distingue per la ricchezza del vocabolario e l'uso di allitterazioni che rendono musicali i suoi versi. "Arte per me è sconcertare le strutture poetiche, saggistiche ecc.per fare una nuova costruzione" dice. La sua poetica parla del mito, dell'archetipo, della natura umana, ridefinisce il tempo passato, presente e futuro; mostra visioni dell'eterno, scava attraverso i lunghi passi dei sogni. Sfida la paura degli esseri umani e li pone al centro della sua creazione poetica, davanti alla necessità spirituale, alla misericordia e all' amore, che è l'allungamento più sublime dei venti interni, utilizzando il mito nel senso di discorso che organizza il cosmo, la vita. 

A vida secreta dos gabirus è un resoconto vivo sulla forza della parola e la sua importanza nella divagazione del reale. Ma noi siamo forse dei ratti? Siamo veramente mal definiti dall'egoismo della nostra dubbia personalità? Dal Livro das Vidências, apprendiamo con Longinus, un profeta divenuto personaggio, la magia e la confabulazione della nostra magra materia, abituata al delirio e alle ambizioni inerenti ai nostri sonni tempestosi.
 
L'autore riunisce i grandi misteri del linguaggio, apporta l'invenzione delle parole e rende la scrittura qualcosa di palpabile. Così, A vida secreta dos gabirus diventa un canto epico, lirico, sociale, drammatico dell'essere umano nel mondo: [...] Che la parola non sia solo pietra, ma anche ricordo e appoggio. Nelle miniere di carbone, estrai la parola con la macchina delle solitudini profonde, uccelli dei fulmini nelle ruote e ruote della parola, fino agli astri. Affinchè l'essere umano sia infanzia e non la perda mai, nè la lasci morire. Perchè ciò che muore vive con la parola, risorge dai morti, il treno non finisce da una parola all'altra, il treno, le stazioni di valigie balbettanti, le stagioni dell'anima.[...]
 
I romanzi di Carlos Nejar sono etici e umani; concreti e allo stesso tempo lirici, metafisici e illuminati, la sua maestria risiede nell' incanto e nella deificazione delle parole. E lo scontro tra il bene e il male è presente nella radice più profonda del discorso di questo suo nuovo romanzo, e chissà, magari arriverà il giorno in cui i gabirus cesseranno di essere ratti per essere pieni uomini.


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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

"A Vida Secreta dos Gabirus", o mais novo romance de Carlos Nejar
por
Antonella Rita Roscilli


                                                                   

[...] Matar os ratos todos que no homem ameaçam transgredir, ou roer o próximo, dissimular, trair, dizer-se amigo, para que em mostrança de um abraço corroa os ossos de uma lágrima, a lágrima em seu navio sem cais, o esconderijo do menino que sabe que na escola até o rio principia a soletrar nosso alfabeto.[...]

São algumas palavras de A vida secreta dos gabirus (ed. Record, 2014), o mais novo romance de Carlos Nejar,  poeta, romancista, crítico literario e tradutor. Gaucho, de Porto Alegre, onde nasceu em 1939, Nejar, em A vida secreta dos gabirus, apresenta-nos ao homem gabiru, um homem malfeito, tomando forma de rato, de um povo órfão e sedento de conhecimento. E a escrita poetica de Nejar nos indica que o homem só atravessa verdadeiramente a história, se antes atravessar a si mesmo.

Indicado quatro vezes para o prêmio Nobel de Literatura, Nejar è considerado um dos 37 escritores chaves do século, entre 300 autores memoráveis, no período compreendido de 1890-1990. E' chamado por alguns, poeta do pampa brasileiro, mas na realidade ele è uma voz universal e emblemática, de original e abundante produção lírica, ao lado de Octavio Paz, Jorge Luis Borges, César Vallejo e Nicanor Parra.

"O que eu tento, o que eu busco, è a epica do que està acontecendo e do que vai acontecer, porque eu creio que o Poeta è profeta e a Poesia è uma forma de futuro" (Programa "Histórias dos Acadêmicos: C.Nejar" TV Senado, 5/10/2012). Carlos Nejar è membro da Academia Brasileira de Letras desde 09 de maio de 1989, ocupando a cadeira nº 4, e da Academia Brasileira de Filosofia.

Seu primeiro livro de poesias, Sélesis foi publicado em 1960. Trabalhou no Diário de Notícias, de Porto Alegre, como colaborador da página literária Nossa Geração. Com Bacharel em Direito pela Pontifícia Universidade Católica – RS, em 1962, entre 1966 e 1974 foi professor da rede pública estadual em Itaqui (RS) e Promotor de Justiça em várias cidades do interior gaúcho, além de Procurador da Justiça em Porto Alegre.

E' autor de mais de 50 obras de diversos gêneros literários, recebeu inúmeros prêmios nacionais e internacionais. Destacamos, em 1970, o Prêmio Jorge de Lima, pelo livro “Arrolamento”, concedido pelo Instituto Nacional do Livro. Em 1979 ocorreu a gravação de seus poemas para a Biblioteca do Congresso, em Washington (EUA). Em 2000, recebeu o Prêmio Jorge de Lima, da União Brasileira de Escritores, com Os Viventes,  o Prêmio Machado de Assis de romance, da Biblioteca Nacional, com Riopampa.

Em italiano foram traduzidos a sua obra poética Meus caros vivos (Miei cari vivi - ed Multimedia, 2004) e o conto A Biblioteca dos dias (La Biblioteca dei giorni) que foi escrito propositalmente para um projeto editorial mundial da Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNCR) em que Nejar foi escolhido para representar a literatura brasileira. 

Ele è no Brasil tradutor de obras de autores quais Pablo Neruda e Jorge Luis Borges. O ensaio do crítico suíço Gustav Siebenmann, Poesía Y Poéticas del Siglo XX En La América Hispana Y El Brasil (Ed. Gredos, Biblioteca Románica Hispânica, Madri, 1997), analisa as vertentes da poética espanhola e latino-americana, resgatando seus movimentos e tendências. Da literatura brasileira, 14 nomes são mencionados, entre outros, além de Nejar, Cruz e Sousa, Carlos Drummond de Andrade, João Cabral de Melo Neto e Haroldo de Campos. 
                                                                  
                                                               

Nejar destaca-se pela riqueza de vocabulário e pela utilização das aliterações que tornam seus versos musicais. "Arte para mim è desconcertar as estruturas poéticas, ensaisticas etc., para fazer novas costruções " ele diz. A sua poética fala do mito, do arquetipo, da natureza humana, redefine o tempo passado, presente e futuro; mostra visões do eterno, através dos longos passos dos sonhos. Desafia o medo dos seres humanos e põe eles ao centro da sua criação poética, ante à necessidade espiritual, à misericordia e ao amor, que é o alongamento mais sublime dos ventos interiores, utilizando o mito no sentido de discurso que organiza o cosmo, a vida. 

A vida secreta dos gabirus é um relato vivo sobre a força da palavra e a sua importância nas divagações do real. Será que somos ratos? Será que somos mal-acabados pelo egoísmo de nossa dúbia personalidade? Do Livro das Vidências, aprendemos com Longinus, um profeta tornado personagem, a magia e a confabulação de nossa parca matéria, afeita ao delírio e às ambições inerentes aos nossos sonos tormentosos.  

O autor reúne os grandes mistérios da linguagem, traz a invenção das palavras e torna a escrita algo real. Assim, A vida secreta dos gabirus busca um canto épico, lírico, social, dramático do homem no mundo:
[...] A palavra que não seja só pedra, também lembrança e ombro. Nas minas de carvão role a palavra com seu carro de fundas soledades, as aves do relâmpago nas rodas e as rodas da palavra para os astros. Para que o homem seja infância e não perca nunca, nem que morra. Porque o que morre com a palavra vive, ressuscita dos mortos, não acaba de uma palavra à outra o trem, o trem, as estações de malas gaguejantes, as estações da alma. [...]

Os romances de Carlos Nejar são sempre éticos e humanos, concretos e ao mesmo tempo líricos, metafisicos, iluminados, dando-lhe a maestria no encantamento e na divinização das palavras. E o embate entre o bem e o mal encontra-se incorporado na essencia do discurso deste seu mais novo romance. E quem sabe, chegará o dia em que os gabirus deixarão de ser ratos para serem plenos homens. 

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Antonella Rita Roscilli, brasilianista, giornalista, scrittrice e traduttrice. Da oltre venti anni si dedica in Europa alla divulgazione dell'America Latina, e in particolare, alla cultura e attualità del Brasile e Paesi dell’Africa di lingua portoghese, con programmi radiofonici, interventi in convegni, pubblicazioni in quotidiani, riviste e nel'area accademica. Ideatrice nell'area documentaristica. Laureata in Italia in Lingua e Letteratura Brasiliana con una tesi sulla memorialista Zélia Gattai, è Mestra em Cultura e Sociedade. E' stata eletta membro corrispondente alla Academia de Letras da Bahia e all'IGHB. E' biografa di Zélia Gattai Amado. Tra le sue pubblicazioni, le opere Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras, 2006), Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” (ed. Edufba/Fapesb, 2011). Ha curato in Italia la post-fazione dell’edizione di Un cappello di viaggio (ed. Sperling &Kupfer).