“Folon. L’etica della poesia”: Mostra ai Musei Vaticani
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

                                                                                                                                                                                                       News Sarapegbe 6 maggio 2022
“Folon. L’etica della poesia. Tra impegno civile, denuncia e speranza nell’uomo” è il titolo della mostra che dal 6 maggio al 27 agosto 2022 espone circa 80 opere di Jean-Michela Folon nelle Salette della Torre Borgia, collocate nel percorso della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani. Sono visibili al pubblico per la prima volta assieme alla “Sala della Cicogna”, con pregevoli decorazioni medioevali, situata nella Torre di Innocenzo III. L’esposizione è curata da Stéphanie Angelroth, direttrice della Fondazione Folon, da Micol Forti, direttrice della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, e da Marilena Pasquali, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Folon.
 
L’evento è frutto di una collaborazione avviata tra i Musei Vaticani e la Fondazione Folon in occasione della donazione di due opere dell’artista, che al termine della mostra entreranno a far parte delle collezioni vaticane: A propos de la Création, magnifica serie di otto grafiche dedicate al Libro della Genesi (1989-90), e Angelo custode (2005), scultura in bronzo tra le sue ultime creazioni. “Abbiamo tutti bisogno in questo momento di angeli custodi. “La serie della Creazione” sottolinea la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta “conferma Folon un artista dotato di una speciale sensibilità nei confronti del sacro e nel contempo di un sincero interesse per la rielaborazione di temi universali, con uno sguardo sempre intriso di poesia. Questa grande mostra  vuole far conoscere Folon anche alle generazioni più giovani”.
                                                         
                                                                                 La scultura dell'Angelo Custode
 
L’attività di illustratore, pittore e scultore del belga Jean-Michel Folon(1934-2005) è nota e amata in tutto il mondo: il suo personaggio con cappello e cappotto blu, i suoi paesaggi a metà tra sogno e fantasia, sono elementi di una poetica profonda e raffinata, intensa e visionaria. Ma non possiamo dimenticare che Folon ha dedicato gran parte della sua opera a tematiche legate all’impegno civile, alle ingiustizie e ai soprusi, che costituiscono il tema centrale scelto dai Musei Vaticani e dalla Fondazione Folon per questa mostra: una selezione di disegni e acquerelli, molti inediti, che dalle opere giovanili di protesta arrivano ai grandi fogli degli anni Ottanta e Novanta, e alle sculture enigmatiche dell’inizio degli anni Duemila. Quello di Folon è un impegno di cui l’uomo è la misura, a favore di un mondo sensibile alle sorti dei più deboli, per i diritti civili, contro tutte le guerre e nel rispetto dell’ambiente. Temi a cui l’artista ha dedicato gran parte della sua carriera e che restano drammaticamente attuali. Il titolo ‘Etica della poesia’ declina perciò due aspetti: non solo i valori etici che l’artista racconta attraverso i suoi acquerelli quasi eterei, ma anche la meraviglia della sua poesia.
 
La mostra è suddivisa in sezioni e l’architetto Roberto Pulitani, che cura l’allestimento, ha ideato cromie connesse alle tematiche: color petrolio come lo smog per L’uomo e la metropoli; verde acceso per L’uomo e la natura;  rosso scarlatto come il sangue per L’uomo e la guerra; celeste come gli orizzonti dell’utopia per La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo; bianco per Le stanze della speranza. Infine, lungo il percorso che porta agli ambienti medievali, si ritrovano alle pareti alcuni dei più famosi Manifesti realizzati da Folon per importanti campagne umanitarie ed eventi culturali. Si passa dall’essere umano separato da se stesso nella metropoli con i suoi occhi robotici, la seconda sala dedicata alla frattura fra essere umano e natura, con i tronchi degli alberi monchi. E ciò anticipa il terzo tema perchè quando l’uomo si separa da sé e dall’Ambiente, dà il peggio: è la guerra. La terza sala è molto forte, crudele: è la denuncia della guerra. Nello sguardo sognante di Folon sono racchiusi punti interrogativi che ci toccano e impongono risposte. L’artista sembra quasi parlare con il visitatore. La quarta sala, ad esempio, è un dito puntato sulle nostre coscienze, dedicata agli acquerelli per la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, realizzati nel 1988: opere originali tra le più note di Folon, qui presentate nella loro totalità e accompagnate dai testi, nelle varie lingue, degli articoli della Carta.
                                                       

“Folon qui non rappresenta i diritti, ma le violazioni dei diritti” osserva Micol Forti “Visse da bambino la II guerra mondiale. Il suo impegno contro tutte le guerre sarà costante. Denuncia l’inutile violenza della lotta dell’uomo contro l’uomo. Molte immagini che presentiamo in mostra sembrano illustrazioni di ciò che sta accadendo alle porte dell’Europa”. Eppure, proseguendo, la mostra si apre alla speranza. Per questo ci appare la scala e la scultura dell’angelo custode in un meraviglioso gioco di ombra e luce, un silenzio quasi sacro in cui anche l’ombra ci appare ugualmente come presenza di Luce. Continua Micol Forti:  “Il colore è la grande arma poetica dell’arte di Folon, ne è stato maestro sublime e grande conoscitore. Lasciamo, quindi, al bianco la conclusione del percorso di visita: il bianco è la risultanza di tutti i colori dello spettro solare ed è proprio grazie alla loro fusione che possiamo costruire un destino nuovo e migliore”.
Simbolo ne è l’Angelo Custode e acquarelli dai tenui colori che in qualche modo portano una levità e una spiritualità esaltata dalla Luce che accoglie il visitatore. Quell’ Angelo Custorde diviene quasi simbolo di tutta la mostra.
 
“Questa mostra” spiega Marilena Pasquali. "doveva aprire due anni fa, poi lo stop imposto dalla pandemia. “Le immagini della guerra, o quelle della 'rottura' con la natura rappresentano temi attualissimi. C’è una capacità profetica di vedere il futuro in Folon. Aveva una grande fiducia nell’uomo, visto come vittima e carnefice di se stesso. Ma Folon si schiera sempre dalla parte delle vittime e non si sofferma sul buio. Non esce la disperazione. La luce delle sue opere è speranza, proietta l’uomo verso il futuro con dolcezza e disincanto, con ironia. Aveva fiducia nell’uomo. Non ha mai fatto arte sacra, ma le sue opere sono cariche di spiritualità ed aperte a ciò che non si conosce”. La conferenza di presentazione della mostra si è tenuta nella bellissima Sala dei Santi dell’appartamento Borgia, con i suoi affreschi quattrocenteschi del rinascimentale Pinturicchio che coesiste con l’opera “Golgota”, realizzata dall’artista e frate francescano Sidival Fila, originario del Brasile e residente a Roma.

Musei Vaticani
Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, Salette della Torre Borgia
Apertura al pubblico 6 maggio – 27 agosto 2022
Ingresso incluso nel biglietto dei Musei Vaticani
Orari: da lu a sa 0re 9.00  18.00 ultima entrata ore 16.00
Chiusura: domenica e festivi
 

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

                                                     
“Folon. L’etica della poesia" Exposição nos Musei Vaticani
por
Antonella Rita Roscilli


                  
                                                                                         


                                                                                                                                                                                             News Sarapegbe, 6 maggio 2022

“Folon. L’etica della poesia. Tra impegno civile, denuncia e speranza nell’uomo” é o título da exposição que, de 6 de maio até 27 de agosto de 2022, apresenta cerca de 80 obras de Jean-Michel Folon nos Musei Vaticani, e mais particularmente, nas salas da Torre Borgia, localizada no percurso da Collezione di Arte Moderna e Contemporânea. Muitas das obras são mostradas ao público pela primeira vez, junto com a “Sala della Cicogna”, com suas valiosas decorações medievais, e localizada na Torre de Inocêncio III. A exposição tem curadoria de Stéphanie Angelroth, diretora da Fundação Folon, de Micol Forti, diretora da Collezione di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, e de Marilena Pasquali, historiadora de Arte e membro do Comitê Científico da Fundação Folon.
 
O evento é fruto da colaboração entre os Museus do Vaticano e a Fundação Folon, por ocasião da doação de duas obras do artista, que ao final da exposição passarão a integrar as coleções do Vaticano: A propos de la Création, uma magnífica série de oito gráficos dedicados ao Livro do Gênesis (1989-90), e Angelo Custode (Anjo da Guarda) de 2005, escultura em bronze e uma das suas últimas criações. “Todos nós precisamos de Anjos da Guarda. A série Création” sublinha a diretora dos Museus do Vaticano Barbara Jatta “confirma Folon como um artista dotado de sensibilidade especial para o sagrado, e ao mesmo tempo um interesse sincero pela reformulação de temas universais, com um olhar sempre impregnado de poesia”.

A atividade do ilustrador, pintor e escultor do belga Jean-Michel Folon (1934-2005) é conhecida e amada no mundo inteiro: sua personagem de chapéu e casaco azul, suas paisagens entre sonho e fantasia, são elementos de uma poética profunda e refinada, intensa e visionária. Mas não podemos esquecer que Folon dedicou grande parte de sua obra também às questões relacionadas ao compromisso civil, às injustiças e abusos, que constituem o tema central escolhido pelos Musei Vaticani e Fundação Folon para esta exposição: uma seleção de desenhos e aquarelas, muitos inéditos, que vão desde os primeiros trabalhos de protesto, até os anos 80 e 90, e as enigmáticas esculturas do início dos anos 2000.
                                                                   
                                                                                                     A escultura do Anjo da Guarda

O de Folon é um compromisso com o ser humano, e a favor de um mundo sensível ao destino dos mais frágeis, passando pelos direitos civis, contra todas as guerras, respeitando o meio ambiente. O artista dedicou a estas temáticas a maior parte de sua carreira, e suas obras permanecem dramaticamente atuais. O título 'Ética da poesia', portanto, declina dois aspectos: não apenas os valores éticos que o artista conta através de suas aquarelas quase etéreas, mas também a maravilha de sua poesia.
A exposição é dividida em seções e o arquiteto Roberto Pulitani, que cuidou da instalação, criou cores relacionadas aos temas: cor de petróleo para simbolizar a poluição na seção Homem e metrópole; verde brilhante para Homem e a natureza; vermelho escarlate como sangue para Homem e a guerra; celeste como os horizontes da utopia para a Declaração Universal dos Direitos Humanos; branco para seção da esperança. Finalmente, ao longo do caminho que leva às salas medievais, podem ser encontrados nas paredes alguns dos mais famosos cartazes realizados por Folon para importantes campanhas humanitárias e eventos culturais.

Começamos o percurso da expo com a seção onde aparece o ser humano separado de si mesmo na metrópole, e nos aparece com seus olhos robóticos. A segunda sala è dedicada à fratura entre o ser humano e a natureza, com os troncos das árvores cortadas. E isso antecipa o terceiro tema, porque quando o homem se separa de si mesmo e do meio ambiente, ele pode dar o pior de si: é a guerra. Por isso, a terceira sala é muito forte, cruel, è a denúncia da guerra. No olhar sonhador de Folon há pontos de interrogação que nos tocam e pedem respostas. O artista parece estar falando com o visitante. A quarta sala com suas obras parece quase um dedo apontado para nossas consciências, dedicada às aquarelas para a Declaração Universal dos Direitos Humanos, criada em 1988: obras originais entre as mais conhecidas de Folon, apresentadas aqui na íntegra e acompanhadas de textos, em as várias línguas, com os artigos da Declaração.
                                                         

“Folon aqui não representa direitos, mas violações de direitos” observa Micol Forti “Quando criança, ele viveu a Segunda Guerra Mundial. Seu compromisso contra todas as guerras será constante. Denuncia a violência inútil da luta do homem contra o homem. Muitas das imagens que apresentamos aqui, parecem ilustrações do que està se passando hoje às portas da Europa”.

Mas, à medida que continuamos nosso percurso, a exposição se abre para a esperança. É por isso que a escada e a escultura do Anjo da Guarda nos aparecem como fossem um jogo maravilhoso de sombra e luz, em um silêncio quase sagrado, onde a sombra nos aparece igualmente como presença da Luz. Micol Forti continua: "A cor é a grande arma poética da arte de Folon, ele foi um mestre sublime e um grande conhecedor. Portanto, deixemos a conclusão do passeio para o branco: o branco é o resultado de todas as cores do espectro solar e é graças à sua fusão que podemos construir um novo e melhor destino”. O símbolo é o Anjo da Guarda e o visitante è acolhido por aquarelas em cores suaves que de alguma forma trazem uma leveza e uma espiritualidade realçadas pela luz. Na realidade o Anjo da Guarda, quase se torna símbolo da inteira exposição.

                                                     
“Esta exposição” explica Marilena Pasquali “tinha que ser inaugurada há dois anos, mas a pandemia bloqueou tudo. Em Folon há uma capacidade profética de ver o futuro. Ele tinha grande confiança no homem, visto como vítima e perseguidor de si mesmo. Mas Folon sempre fica do lado das vítimas e não fica no escuro. A luz de suas obras é esperança, ele projeta o homem para o futuro com doçura e desencanto, com ironia. Nunca fez arte sacra, mas suas obras são cheias de espiritualidade e abertas ao desconhecido. "A conferência de apresentação da exposição foi realizada na bela Sala dei Santi do apartamento Borgia, com seus afrescos do século XV do renascentista Pinturicchio, que convivem com a obra atual “Golgota”, criada pelo artista e frade franciscano Sidival Fila, natural do Brasil e residente em Roma.

Musei Vaticani
Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, Salette della Torre Borgia
Abertura ao publico: 6 de maio  – 27 de agosto 2022
De segunda a sábado: de 09h00  até 18h00 (mas se entra até 16h00)
Fechada domingo e feriados.
 



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Traduzione in portoghese di A.R.R.