Al MAXXI di Roma la Mostra "Amazônia" di Sebastião Salgado
Antonella Rita Roscilli
Famiglia Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016.©Sebastião Salgado/Contrasto
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

                                                                                                                                                                                                   News Sarapegbe, 1 ottobre 2021

 
Sono più di duecento le opere del brasiliano Sebastião Salgado presenti nella grande mostra "Amazônia". Allestita al MAXXI di Roma e visitabile dal 1° ottobre 2021 al 13 febbraio 2022, offre una spettacolare esposizione di fotografie dell'Amazzonia brasiliana, regione straordinaria che occupa parte del nord ovest del Brasile e rappresenta un insostituibile patrimonio di tutta l’umanità. Attraverso proiezioni, filmati e foto scattate da colui ch è uno dei più apprezzati Maestri della scena contemporanea mondiale,  esploriamo gli angoli di questo immenso ecosistema con ambientazioni uniche, e conosciamo 12 popolazioni indigene brasiliane. La curatrice della mostra è Lélia Wanick Salgado, direttrice e coofondatrice dell'Instituto "Terra" insieme al marito.

Dal 2013 al 2019, non senza difficoltà, Sebastião e Lélia hanno viaggiato all'interno dell'Amazzonia brasiliana, effettuando ben 48 spedizioni, ognuna delle quali durata 4 o 5 mesi. Ogni spedizione era composta da 10, 15 persone per giungere anche in territori ove vivono popolazioni indigene isolate. Salgado ha fotografato la foresta, i fiumi volanti, le montagne, per testimoniare l'incredibile diversità naturale della foresta pluviale amazzonica e gli stili di vita degli indigeni brasiliani che lì vivono. Si é fermato nei loro territori per diverse settimane, ha documentato la vita quotidiana degli Yanomami, gli Asháninka, gli Yawanawá, i Suruwahá, gli Zo’é, i Kuikuro, i Waurá, i Kamayurá, i Korubo, i Marubo, gli Awá e i Macuxi: gli intensi legami familiari, la caccia e la pesca, la preparazione e la condivisione dei pasti, l’importanza dei loro capi, la spiritualità, le danze, i rituali, il rapporto con la terra. I filmati permetteranno di ascoltare le voci di coloro che abitano la foresta, di conoscere la filosofia e la ricchezza delle loro culture.

Le immagini, rigorosamente in bianco e nero, rivelano un labirinto di tortuosi affluenti che alimentano fiumi immensi, montagne che a volte raggiungono quasi 3.000 metri come il monte sacro Roraima, cieli intensi e carichi di nuvole ove si creano veri e propri fiumi volanti. Di quella umidità ha bisogno l'intero pianeta. Come ha detto nella conferenza stampa, Salgado voleva fotografare non le ferite, ma la Bellezza di questi luoghi dimostrando che nelle aree dove vivono quei popoli indigeni, la foresta non ha subìto quasi nessun danno.

                                              
Eppure, la forza di queste immagini uniscono etica ed estetica: Sebastião e Lélia Salgado ci invitano a riflettere su un mondo minacciato. Sperano di stimolare il pensiero e l'azione a favore della difesa e della conservazione di questo inestimabile patrimonio dell'umanità e dei suoi popoli. Con la forza delle immagini vogliono sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di uomini e donne che resistono da 500 anni e che sono i guardiani della foresta, veri rispettosi difensori dell'ecosistema della foresta. Da loro abbiamo molto da imparare.

Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, ha affermato che questa mostra, oltre alla bellezza, è un manifesto politico. Ha ricordato che i popoli indigeni sono anche leaders politici ed hanno piena consapevolezza di ciò che compete a tutti per la salvezza nostra e del pianeta. Per tutta la durata della mostra al MAXXI verrà realizzzata una serie di incontri per stimolare una riflessione sulle problematiche relative al cambiamento climatico e all'emergenza ambientale, a partire dal fenomeno della deforestazione in Amazzonia. Ha ricordato il Summit della Terra del 1992 a Rio de Janeiro, quando già si stava in allarme per l'emissione dei gas serra. Per il prossimo Cop26, in programma dal 9 al 26 novembre a Glasgow, chiederà formalmente al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani di poter ospitare nella propria delegazione qualche rappresentante dei popoli indigeni, come stanno facendo già la Spagna, il Principato di Monaco e la Francia.

La mostra ci riserva altre sorprese: in questo "viaggio" ci accompagna una sinfonia unica del compositore  francese Jean-Michel Jarre, con suoni registrati nella foresta del Brasile. E ancora, ritroviamo una sala con paesaggi boschivi, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico "Erosão ou a origem do rio Amazonas" de Heitor Villa Lobos. In un'altra sala sono esposti ritratti di donne e uomini indigeni con una musica appositamente composta dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter del gruppo Pau Brasil

La mostra romana è accompagnata dalla guida "Amazonia" (Contrasto, ed. Kochen) realizzato in Italia. Nella prefazione il fotografo e la moglie scrivono: “Grazie all’impenetrabilità della foresta, per interi secoli alcuni gruppi etnici sono riusciti a preservare il loro tradizionale stile di vita. Oggi, però, questi stessi gruppi e la foresta in cui vivono sono seriamente minacciati. Queste immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta, prima che possa scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela".

Ricordiamo che l'intera Amazzonia (Panamazzonia) si snoda in nove paesi dell'America del Sud, occupa un terzo del continente sudamericano, un'area più estesa dell'intera Unione Europea. Una recente ricerca dell'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE) ha quantificato 305  popoli indigeni, oltre a diversi altri popoli indigeni completamente isolati. L'attuale area dell'Amazzonia  brasiliana corrisponde agli stati di Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins e parte degli stati di Mato Grosso, Maranhão e Goiás, che costituiscono un'area equivalente a circa il 59% del territorio brasiliano. In questa regione, pari a 9 volte il territorio francese, vivono circa 23 milioni di persone, ovvero il 12,32% del totale degli abitanti del Brasile.




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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

No MAXXI em Roma a Exposição "Amazônia" de Sebastião Salgado 
por
Antonella Rita Roscilli

                                                         
                                                         

                                                                                               Monte Roraima. Stato del Roraima, Brasile, 2018 ©Sebastião Salgado/Contrasto
                                                                                                                                       

                                                                                                                                                                                           News Sarapegbe, 1 ottobre 2021

São mais de duzentas as obras do fotógrafo brasileiro Sebastião Salgado que constituem a grande exposição "Amazônia", montada na cidade de Roma no MAXXI, Museu Nacional das Artes do Século XXI. De 1º de outubro de 2021 até 13 de fevereiro de 2022, oferece fotos expetacuĺáres da Amazônia brasileira, região que ocupa parte do noroeste do Brasil, e representa um patrimônio insubstituível para a inteira humanidade. Através de projeções, vídeos e fotos de um dos mais apreciados Mestres do cenário mundial contemporâneo, podemos conhecer 12 povos indígenas brasileiros e explorar os recantos deste imenso ecossistema com cenários únicos. A curadoria da expo é de Lélia Wanick Salgado, diretora e cofundadora do Instituto "Terra" juntamente com seu marido.

Desde 2013 e até 2019, não sem dificuldade, Sebastião e Lélia viajaram pela Amazônia brasileira, realizando 48 expedições, cada uma com duração de 4 ou 5 meses. Cada expedição se compunha de 10 ou 15 pessoas, e atingiu territórios onde vivem povos indígenas isolados. Salgado fotografou a floresta, os rios voadores e as montanhas, para testemunhar a incrível diversidade natural da floresta amazônica, e o estilo de vida dos indígenas brasileiros que alí vivem. Se hospedou nas aldeias por várias semanas, documentando o cotidiano dos Yanomami, os Asháninka, os Yawanawá, os Suruwahá, os Zo'é, os Kuikuro, os Waurá, os Kamayurá, os Korubo, os Marubo, os Awá e Macuxi: seus intensos laços familiares, a caça e a pesca, o preparo e a partilha das comidas, a importância de seus líderes, a espiritualidade, suas danças, seus rituais, o cuidado com a Natureza. Os videos permitirão ouvir suas vozes e conhecer a sua filosofia e a riqueza de suas culturas.

As imagens em preto e branco revelam o complexo labirinto formado pelos tortuosos afluentes que alimentam os rios; montanhas que às vezes chegam a quase 3.000 metros, ex. a montanha sagrada de Roraima; céus intensos e cheios de nuvens onde se criam verdadeiros rios volantes. O planeta inteiro precisa dessa umidade. 

Salgado não quis fotografar as feridas, mas a beleza desses lugares, demonstrando que nas áreas onde vivem esses povos, a floresta quase não sofreu danos. Ainda assim, com a força das imagens, ética e estética se unem. Sebastião e Lélia Salgado nos convidam a refletir sobre um mundo ameaçado. Esperam estimular o pensamento e a ação em favor da defesa e conservação desse patrimônio inestimável da humanidade e de seus povos ameaçados. Com a força das imagens, pretendem sensibilizar o público sobre os povos indigenas, mulheres e homens que lutam e resistem há 500 anos e que são verdadeiros guardiões da floresta, verdadeiros defensores do ecossistema florestal. Temos todos que aprender muito com eles. 

Giovanna Melandri, presidente da Fundação MAXXI de Roma, disse que esta exposição, além da beleza, pretende ser um manifesto político. Lembrou que os povos indígenas são  também líderes políticos, e têm plena consciência de que todos devemos fazer nossa parte para proteger e salvar a nós mesmos e ao nosso planeta. Ao longo da exposição no MAXXI, será realizada uma série de encontros para estimular a reflexão sobre as questões relativas às mudanças climáticas e à emergência ambiental, a começar pelo fenômeno do desmatamento na Amazônia. Ela também lembrou da "Cúpula da Terra" em 1992, no Rio de Janeiro, quando já havia alarme sobre a emissão de gases de efeito estufa. E disse que para a próxima Cop26, agendada de 9 a 26 de novembro em Glasgow, pedirà formalmente ao Ministro da Transição Ecológica, Roberto Cingolani, que possa hospedar alguns representantes dos povos indígenas em sua delegação. Isso acontecerà também com a Espanha, o Principado de Mônaco e a França.
 
A exposição reserva outras surpresas: nesta "viagem" somos acompanhados por uma sinfonia única do compositor francês Jean-Michel Jarre, com sons gravados na floresta brasileira. Encontramos uma sala com paisagens florestais, cujas imagens fluem acompanhadas pela sonoridade do poema sinfónico "Erosão ou a origem do rio Amazonas" de Heitor Villa Lobos. Em outra sala, são exibidos retratos de homens e mulheres indígenas com música  especialmente composta pelo músico brasileiro Rodolfo Stroeter, do grupo Pau Brasil.
 
A exposição romana é acompanhada pelo guia "Amazônia" (Contrasto, Kochen ed.) Fabricado na Itália. No prefácio, o fotógrafo e sua esposa escrevem: “Graças à impenetrabilidade da floresta, alguns povos  conseguiram preservar seu modo de vida tradicional por séculos. Hoje em dia, porém, esses mesmos grupos e a floresta em que vivem estão seriamente ameaçados. Essas imagens pretendem ser o testemunho do que resta, antes que possa desaparecer. Para que a vida e a natureza escapem de novos episódios de destruição e depredação, cabe a cada ser humano do planeta participar da sua proteção ”.

Destacamos que a inteira Amazônia (Pan-Amazônia) se desdobra em nove países da América do Sul, ocupa um terço do continente sul-americano, uma área maior que toda a União Européia. No Brasil uma pesquisa recente do Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE) quantificou em 305 os povos indígenas, além de diferentes povos isolados. A atual área da Amazônia legal brasileira corresponde aos estados do Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins e parte dos estados de Mato Grosso, Maranhão e Goiás, que constituem uma área equivalente a aproximadamente 59% do território brasileiro. Nessa região, igual a 9 vezes o território francês, vivem cerca de 23 milhões de pessoas, ou 12,32% da população total do Brasil.

© SARAPEGBE.                                                          
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Traduzione in portoghese di A.R.R.