L'ANGOLO DELLA POESIA. "A caminho do Zimbábue"
Raul de Taunay
Zimbabwe
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

IN CAMMINO PER LO ZIMBABUE

Sono andato …! Ma dove, di sicuro?
Non lo so…
Sto sempre andando...
in qualche luogo.
 
Stavolta, andrò con un volo alto e impegnato,
lanciandomi nel sapore dello sconosciuto
come una foglia che si ferma in uno spazio intricato
 
Volerò fino al centro più antico del mondo,
spiando dal finestrino, nella oscurità della valle fonda,
i contorni circolari delle case piccoline
dove formicolano vite al risplendere delle lampadine.
 
Penetrerò tra le nuvole, attizzerò il destino,
mi lascerò dietro il mio animo sofferto –
un passato blindato, un quotidiano vuoto –
a nascondermi nello spazio di un cielo scolpito
dalle piaghe e aggravi del continente ferito.
 
Oscurità dell’Africa – imperi, etnie –
Dinastia insalubre…
Morirò o vivrò, nell’apostolato
Di rasserenare l’urbe
 
Per la causa sofferta, trasmetterò in queste rime
Il tuonare furibondo
Della parola versata, a favore della giustizia
Nel vespro iracondo.
 
E i tamburi della notte aumenteranno la pressione
Andrò all’incontro con la nazione.
Lo Zimbabwe mi aspetta, prestate attenzione –
Metterò legna al fuoco della storia in azione.
 
Difenderò i colonizzati, contraddirrò le versioni,
contesterò le sanzioni, esporrò le bugie,
rivivendo il combattimento tra Davide e Golia.
 
Povero Zimbabwe ad affrontare la colossale intromissione,
ricco destino di coinvolgermi alla ricerca della soluzione.
 
A presto rivederci, uccellino deciso, in forma di falco
 
(Brasilia, 2006)
                                             Raul de Taunay   
 -------------------------------------------------------------Traduzione in it. di Antonella Rita Roscilli                                    
 

Offriamo ai lettori di Sarapegbe questa poesia tratta dal libro di Raul de Taunay  Urbe extrema, versos brasilienses (ed. 7Letras, 2012).  Si tratta di una bella “selezione di poesie composte da Raul de Taunay nella città di Brasilia nel corso degli anni. Vengono presentate come un’offerta, un’eruzione incontrollabile oltre i limiti del verso che stimola sguardi su questo poeta essenzialmente vivo, capace di energizzare ogni pensiero, ogni rima, ogni esclamazione. Capace di incitare, con l’architettura delle sue parole, il fuoco che palpita nel cuore di coloro che come lui amano le linee della capitale del nostro Paese, il significato della sua utopia e la sua urbanità cosmopolita…”. L’ opera letteraria di Raul de Taunay è conosciuta in Brasile e in Europa. Poco tempo fa a Lisbona, in Portogallo, l'editore Prefácio ha lanciato il suo romanzo “Meu Brasil Angolano”, pubblicato in Brasile dall’editore Record. De Taunay è autore di varie opere quali Poética do Novo Bardo (poesia, 1972), O Menino e o Deserto (romanzo, 1982), Praga de Amores ou a Opressiva Inconstância da Felicidade (romanzo, 1985), Meu Canto Aberto (poesia, 1993), Meu Brasil Angolano (romanzo, 1995), Rosas da Infância ou da Estrela (poesia, 2005), A Invasão da Amazônia (romanzo, 2007). 
Il poeta brasiliano Carlos Nejar, membro della Academia Brasileira de Letras (ABL), ha riconosciuto nella poetica di Raul de Taunay un nuovo Rimbaud “lanciato al crepuscolo violetto, nell’esilio di un nomade. Ha come Paese la sintassi e il sogno, adagiati in un’acqua che continua a scorrere ininterrottamente dal primo all’ultimo verso”. Carlos Nejar gli ha dedicato la sua opera  più recente dal titolo A História da Literatura Brasileira.

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Fui…! Para onde ao certo?
Nem sei…
Estou sempre indo…
Para algum lugar.
 
Desta vez, irei em voo alto e comprometido,
me lançando ao sabor do desconhecido,
qual folha que paira no espaço encardido.
 
Voarei até o centro mais antigo do mundo,
expiando à janela, na escuridão do vale fundo,
os contornos circulares das casa pequeninas
onde formigam vidas ao cintilar das lamparinas
 
Vou penetrar pelas nuvens, atiçar o destino,
deixar para trás o meu peito sofrido –
um passado blindado, um quotidiano vazio –
a embrenhar-me no espaço de um céu esculpido
pelas chagas e agravos do continente ferido.
 
Escuridão da Africa – impérios, etnias –
Dinastia insalubre…
Vou morrer ou viver, no apostolado
De serenar a urbe
 
Pela causa sofrida, legarei nestas rimas
O trovejar furibundo
Da palavra vertida, em favor da justiça,
no vespeiro iracundo.
 
E os tambores da noite aumentarão a pressão.
Irei ao encontro da altiva nação.
O Zimbábue me aguarda, prestem muita atenção –
Vou por lenha no fogo da história em ação.
 
Defenderei os colonizados, contradirei as versões,
contestarei as sanções, exporei as mentiras,
revivendo o embate de David e Golias
 
Pobre Zimbábue a enfrentar a colossal intromissão,
rico destino engajar-me na busca da solução
 
Até a vista, passarinho raçudo, metido a falção.

(Brasilia, 2006)
Raul de Taunay. Diplomatico di carriera, appartiene alla seconda generazione di pionieri che hanno conosciuto Brasilia all’inizio degli anni ’70. Laureato in Giurisprudenza alla Puc di Rio de Janeiro e in Diplomazia all’Instituto Rio Branco. É autore dei libri Poética do Novo Bardo (poesia, 1972), O Menino e o Deserto (romanzo, 1982), Praga de Amores ou a Opressiva Inconstância da Felicidade (romanzo, 1985), Meu Canto Aberto (poesia, 1993), Meu Brasil Angolano (romanzo, 1995), Rosas da Infância ou da Estrela (poesia, 2005), e A Invasão da Amazônia (romanzo, 2007). Ha elaborato la tesi “O Fenômeno da Emigração Brasileira”, approvata nel Corso degli Alti Studi del Serviço Exterior Brasileiro, equivalente al Dottorato e ha scritto innumerevoli saggi, articoli, conferenze e analisi dello scenario internazionale visti dal punto di vista delle possibilità e interessi brasiliani